Al Senato
Nella giornata di oggi l’Assemblea e le Commissioni del Senato non terranno sedute.
Il Rosatellum 2.0 è legge
Con 214 voti favorevoli, 61 contrari e 2 astenuti il Rosatellum 2.0 ha superato l’ostacolo del Senato. Anche a palazzo Madama il voto finale è arrivato al termine di un estenuante tour de force durato tre giorni; la battaglia si è svolta in contemporanea su più terreni: in Aula, con cinque fiducie, e in piazza, dove il Movimento 5 Stelle ha organizzato una grande manifestazione in Piazza del Pantheon alla quale ha partecipato anche Beppe Grillo. Con l’approvazione definitiva della legge si supera la possibilità di andare a votare con due sistemi elettorali differenti per Camera (Legalicum) e Senato (Consultellum). Ma ad alimentare ulteriormente lo scontro politico c’è stato anche l’abbandono del Presidente del Senato Piero Grasso del gruppo parlamentare del Partito Democratico.
La nuova legge elettorale è un sistema misto. Nello specifico viene previsto che 231 seggi alla Camera e 109 al Senato siano assegnati in collegi uninominali (36%), mentre i restanti (64%) in collegi plurinominali, con metodo proporzionale tra le liste e le coalizioni che hanno superato le soglie di sbarramento. Per quanto riguarda le circoscrizioni, alla Camera ne sono previste 28, ciascuna suddivisa in collegi uninominali e in uno o più collegi plurinominali, al Senato 20 circoscrizioni regionali anch’esse suddivise in collegi uninominali e in uno o più collegi plurinominali.
Sia alla Camera che al Senato nessun candidato può presentarsi in più di 5 collegi plurinominali. Sono inoltre previste specifiche disposizioni per garantire la rappresentanza di genere. Per presentare la lista ciascun partito deve depositare il proprio contrassegno e il programma elettorale con l’indicazione del capo della forza politica. Sia alla Camera sia al Senato i partiti possono presentarsi come lista autonoma o in coalizione.
La modalità di voto: ogni elettore vota su un’unica scheda che riporta il candidato nel collegio uninominale e il simbolo della lista o coalizione, con a fianco i candidati (da 2 a 4) della parte proporzionale. Le liste plurinominali sono bloccate e non è previsto il voto di preferenza nè quello disgiunto. Se l'elettore votasse solamente per uno dei partiti della coalizione, il voto sarebbe attribuito anche al candidato del collegio uninominale: se l'elettore votasse solamente per il candidato uninominale non scatterebbe alcuna preferenza per i partiti coalizzati, ma il voto sarebbe attribuito proporzionalmente.
Per quanto riguarda l’attribuzione dei seggi nei collegi uninominali di Camera e Senato vince il candidato che consegue il maggior numero di voti. Nei collegi plurinominali della Camera il riparto avviene a livello nazionale, con metodo proporzionale, tra le liste e le coalizioni che abbiano superato le soglie di sbarramento: 3% per le liste singole, 10% per le coalizioni (3% per le liste che sono all’interno di coalizioni che non abbiano superato il 10%); per le coalizioni non vengono contanti i voti delle liste al di sotto dell'1%. Nei collegi plurinominali del Senato il riparto avviene a livello regionale, con metodo proporzionale: vi accedono le coalizioni che abbiano ottenuto sul piano nazionale almeno il 10% e le liste che abbiano ottenuto sul piano nazionale almeno il 3%, nonché le liste che abbiano conseguito almeno il 20% su base regionale.
Alla Camera
Nella giornata di oggi l’Assemblea tornerà a riunirsi a partire dalle 9.30 per la discussione delle interpellanze urgenti, mentre le Commissioni non si riuniranno.
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Approvato con modifiche il ddl Lorenzin
Nell’arco di questa settimana l’Aula di Montecitorio ha approvato, con 215 voti favorevoli, 114 contrari e 39 astenuti, il disegno di legge recante deleghe al Governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali, nonché disposizioni per l'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, il riordino delle professioni sanitarie e la dirigenza sanitaria del Ministero della salute. Il cosiddetto ddl Lorenzin ora tornerà al Senato, per la sua probabile approvazione definitiva. Tante le misure contenute nella proposta di legge. Sulla sperimentazione clinica dei medicinali la norma istituisce il Centro di coordinamento nazionale dei comitati etici territoriali e riduce il numero dei comitati etici territoriali.
Quanto al riordino della disciplina degli Ordini delle professioni sanitarie prevede l’aggiunta degli ordini dei biologi e delle professioni infermieristiche, della professione di ostetrica e dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione. Il ddl riscrive la procedura per il riconoscimento di nuove professioni sanitarie e pone le basi per il riordino della professione dei chimici, dei fisici, dei biologi e degli psicologi. Ma la norma interviene anche sul reato di esercizio abusivo della professione inserendo un'aggravante quando il reato riguardi una professione sanitaria e prevedendo la confisca obbligatoria dei beni utilizzati per commettere il reato. Infine viene modifica la disciplina relativa al ruolo della dirigenza sanitaria del ministero della Salute.
Via libera alla pdl sulle concessioni demaniali marittime
Successivamente l’Assemblea della Camera ha approvato, con 173 voti a favore, 82 contrari e 41 astenuti, la proposta di legge sulle concessioni demaniali marittime, lacustri e fluviali a uso turistico-ricreativo. Il testo, che ora passa all’esame del Senato, contiene una delega al Governo per riformare la normativa sulle concessioni demaniali così da applicare pienamente la direttiva Bolkenstein e non cadere in una nuova procedura d’infrazione.
La norma prevede inoltre misure per la salvaguardia dell’integrità dell’attività economica e il valore dell'impresa nel caso di subentri di nuovi soggetti imprenditoriali. In base alla delega, il Governo verrà chiamato a stabilire un periodo transitorio per le concessioni rilasciate entro il 31 dicembre 2009, mentre per gli aspiranti alle nuove concessioni verranno applicate le norme Ue.
Approvata definitivamente la legge sui domini collettivi
Infine la Camera ha approvato in via definitiva con 294 voti favorevoli, nessun contrario e 3 astenuti, la proposta di legge sui domini collettivi. La norma dà una definizione giuridica ai domini colletti e qualifica molte tipologie di beni come bei collettivi come ad esempio le terre di originaria proprietà della generalità degli abitanti del territorio di un Comune o di una frazione, imputate o possedute da Comuni, frazioni o associazioni agrarie comunque denominate. Per quanto concerne il regime giuridico dei beni collettivi si prevede, in via generale: inalienabilità; indivisibilità; inusucapibilità; perpetua destinazione agro-silvo-pastorale; sottoposizione a vincolo paesaggistico.
Inoltre il ddl stabilisce che, entro un anno dall'entrata in vigore della legge, nell'ambito del riordino della disciplina delle Comunità montane, le Regioni debbano disciplinare con legge le condizioni per poter autorizzare una destinazione dei beni comuni ad attività diverse da quelle agro-silvo-pastorali, le garanzie di partecipazione alla gestione comune dei rappresentanti liberamente scelti dalle famiglie originarie, le forme specifiche di pubblicità dei patrimoni collettivi vincolati, le modalità e i limiti del coordinamento tra organizzazioni, Comuni e Comunità montane.