Caos Commissioni, la maggioranza non tiene. Speranza lascia il Cdm
Ora la maggioranza rischia di esplodere. Un accordo scricchiolante raggiunto a ora di pranzo sulle presidenze delle Commissioni parlamentari si trasforma in serata in un macigno che piomba sul tavolo del Consiglio dei ministri, con Roberto Speranza che lascia la riunione dopo aver posto la “gravità politica” di quanto accaduto. I giallorossi vanno sotto in Senato per ben due volte, lasciando alla Lega la presidenza della commissione Agricoltura (che doveva andare al M5S) e quella della commissione Giustizia, che, secondo l'accordo, sarebbe dovuta andare a Pietro Grasso, di Leu. Di qui la decisione di Speranza di chiedere chiarimenti ai colleghi di Governo e porre la questione in Cdm. Tra gli alleati parte la caccia ai “traditori”. Non sono passati inosservati i malumori interni al M5S: diversi parlamentari pentastellati lamentano per tutto il giorno il netto ridimensionamento numerico, ma anche qualitativo, delle Presidenze affidate al Movimento 5 Stelle; a nulla servono gli avvisi dei vertici dei direttivi di Camera e Senato che minacciano di sostituire i membri delle Commissioni scontenti, cosa che poi è avvenuta nella Finanze della Camera verso chi è contrario all'elezione del renziano Luigi Marattin. Al momento del voto, puntuale, arriva il patatràc.
Matteo Salvini esulta. “Dopo Gianpaolo Vallardi, anche Andrea Ostellari confermato presidente di Commissione. Con il voto segreto vengono premiati il buon lavoro e la competenza della Lega. La maggioranza è in frantumi, completamente saltato l’inciucio 5Stelle-Pd”, attacca. Le accuse volano anche tra gli alleati: fonti interne ai giallorossi parlano di “agguato autoprocurato dal M5S” ma c'è anche chi punta il dito contro i renziani. Tra i parlamentari del Movimento, comunque, la rabbia è alle stelle e nelle chat la parola più ricorrente è fallimento. Il dito è puntato principalmente contro i direttivi di Camera e Senato, la cui gestione del negoziato viene bocciato su tutta la linea; non è escluso che possa arrivare la richiesta formale di dimissioni di capigruppo, vice e segretari. Anche nel Partito Democratico le cose non vanno meglio visto il fortissimo malcontento della corrente di Base riformista. Anche alla Camera non mancano i colpi di scena. In commissione Giustizia, accanto al candidato M5S Mario Perantoni votato dalla maggioranza, le opposizioni votano il renziano Catiello Vitiello; si va al ballottaggio e vince il deputato di Iv. Maria Elena Boschi, però, non vuole giochetti e annuncia le dimissioni di Vitiello, che arrivano a stretto giro di posta.
Il Pd incassa 9 presidenze, Iv 4, M5S 13 e nessuna Leu
Al termine di una giornata convulsa, in cui la maggioranza viene battuta per ben tre volte nelle votazioni sul rinnovo dei vertici delle Commissioni permanenti di Camera e Senato, i partiti fanno i conti. Il M5S incassa 13 presidenze (6 al Senato e 7 alla Camera), perdendone però una rispetto all'accordo siglato all'interno della maggioranza (la Agricoltura di palazzo Madama, che sarebbe dovuta andare a Lorefice mentre è stato rieletto il presidente uscente leghista). Chi fa il pieno è il Partito Democratico, che ottiene 5 presidenze di Commissione alla Camera e 4 al Senato. Idem Italia viva, che incassa tutte e 4 le presidenze concordate: 2 alla Camera e 2 al Senato. L'unica presidenza che sarebbe toccata, secondo gli accordi, a Leu, ovvero la Giustizia al Senato con Pietro Grasso, è restata invece in mano alle opposizioni.
Alla Camera i presidenti eletti sono: Giuseppe Brescia (M5S) confermato alla Affari Costituzionali, Mario Perantoni (M5S) alla Giustizia; Piero Fassino (Pd) alla Esteri; Gianluca Rizzo (M5S) confermato alla Difesa; Fabio Melilli (Pd) alla Bilancio; Luigi Marattin (Iv) alla Finanze; Vittoria Casa (M5S) alla Cultura; Alessia Rotta (Pd) all’Ambiente; Raffaella Paita (Iv) ai Trasporti; Martina Nardi (Pd) alle Attività Produttive; Debora Serracchiani (Pd) alla Lavoro: Pd; Marialucia Lorefice (M5S) confermata agli Affari Sociali; Filippo Gallinella (M5S) confermato all’Agricoltura; e Sergio Battelli (M5S) confermato alle Politiche Ue.
Alla Senato i presidenti eletti sono: Dario Parrini (Pd) alla Affari Costituzionali; Andrea Ostellari (Lega) confermato alla Giustizia; Vito Petrocelli (M5S) agli Esteri; Roberta Pinotti (Pd) alla Difesa, Daniele Pesco (M5S) confermato alla Bilancio; Luciano D'Alfonso (Pd) alle Finanze; Riccardo Nencini (Psi-Iv) alla Cultura; Mauro Coltorti (M5S) alla Lavori Pubblici; Giampaolo Vallardi (Lega) confermato all’Agricoltura; Gianni Girotto (M5S) confermato all’Industria; Susy Matrisciano (M5S) confermata alla Lavoro; Annamaria Parente (Iv) alla Sanità; Wilma Moronese (M5S) confermata all’Ambiente; Dario Stefano (Pd) alle Politiche Ue.
La maggioranza supera il voto sullo scostamento di bilancio
Il primo scoglio è superato. Il Governo ottiene il via libera sul nuovo scostamento di bilancio da 25 miliardi. Nei numeri c'è una ritrovata compattezza della maggioranza, perché oltre ai 326 voti favorevoli della Camera (222 gli astenuti, 1 contrario), ci sono i 170 sì e 4 no del Senato, 9 in più rispetto alla soglia minima di 161. Una gran bella notizia per Giuseppe Conte, perché è ampiamente sufficiente a tenere il premier e i suoi Ministri al riparo da tempeste politiche estive. Nemmeno la ritrovata solidità del centrodestra riesce a mettere in difficoltà la maggioranza, anche se alla fine Lega e Forza Italia si fermano all'astensione mentre FdI vota contro. Ora la strada è aperta verso la nuova manovra del cosiddetto decreto Agosto, che il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, assicura sarà in Cdm la prossima settimana, senza stravolgimenti particolari rispetto alle anticipazioni di questi giorni. “Le maggiori risorse saranno utilizzate per occupazione, fisco e liquidità, enti territoriali, istruzione e altre misure a sostegno della crescita”, spiega il responsabile del Mef, confermando che ci sarà il prolungamento della Cassa integrazione in deroga varata nel decreto Rilancio, seppur “differenziandone i meccanismi, un contributo alle imprese che non hanno subito perdite significative”.
Il governo, infatti, vuole una stretta contro i furbetti della Cig. Non solo, perché ci saranno “le risorse necessarie all'attuazione della sentenza della Corte costituzionale sull'adeguamento delle pensioni di invalidità”, dice ancora Gualtieri, sottolineando inoltre che “sul lavoro è nostra intenzione fornire incentivi di carattere contributivo”, in poche parole gli sgravi per le aziende che decideranno di fare assunzioni a tempo indeterminato, che faranno il paio con gli incentivi dedicati a chi richiama i propri dipendenti collocati in cassa integrazione. Nel prossimo decreto per far fronte all'emergenza economica dovuta al Covid-19, poi, non verrà prorogata la moratoria sui mutui in scadenza a settembre, mentre sulla riduzione della pressione fiscale Gualtieri chiede di “tenere conto degli oneri degli interventi rispetto alla dimensione dello scostamento”, dunque “la disponibilità è quella a un confronto approfondito con l'opposizione sui contenuti specifici del decreto”. Il ministro dell'Economia, poi, fa il computo degli interventi e delle risorse utilizzate, dopo l'autorizzazione delle Camere, per rendere chiara l'entità del lavoro svolto: “Complessivamente parliamo di 6 punti percentuali di Pil di maggiore indebitamento”, reso però “necessario dalla portata della crisi”.
Al Senato
L’assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 9.30 per confrontarsi sulla proposta della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari di non concedere l'autorizzazione a procedere per reati ministeriali nei confronti del Ministro pro tempore Matteo Salvini per il caso Open Arms. Alle 15.00 svolgerà le interrogazioni a risposta immediata. Nella giornata di oggi le commissioni non si riuniranno.
L’Aula della Camera
L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.30 per l’esame del Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2019 e del Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2020. A seguire esaminerà le mozioni sulle iniziative, in ambito internazionale ed europeo, in ordine al rispetto degli accordi internazionali relativi all'autonomia di Hong Kong e alla tutela dei diritti umani in tale territorio, e sulla pdl costituzionale per la separazione delle carriere giudicante e requirente della Magistratura.
Le Commissioni della Camera
Per quanto riguarda le Commissioni, la Giustizia esaminerà la pdl sulla violenza o la discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere. La Difesa proseguirà le audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle condizioni del personale militare impiegato nell'operazione Strade Sicure. La Lavoro ascolterà il professor Domenico Parisi, presidente dell'Agenzia nazionale politiche attive del lavoro (ANPAL), in merito al piano industriale di ANPAL Servizi 2020-2022. La Affari Sociali esaminerà la pdl di delega al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia e la pdl per il riconoscimento della lingua dei segni italiana. Infine la Politiche dell’UE svolgerà diverse audizioni sugli Atti europei relativi al programma di lavoro della Commissione per il 2020 - Un'Unione più ambiziosa e alla relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2020.