Draghi a Putin: “La chiamo per parlare di pace”

Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha avuto una telefonata di un’ora con il presidente russo Vladimir Putin, un confronto sull'andamento della trattativa tra Russia e Ucraina per la fine del conflitto. “Presidente Putin, la chiamo per parlare di pace”, ha esordito Draghi, che ormai da qualche settimana non aveva più avuto un contatto diretto con il leader del Cremlino. Il presidente del Consiglio, viene riferito, ha sottolineato l'importanza di stabilire quanto prima un cessate il fuoco, per proteggere la popolazione civile e sostenere lo sforzo negoziale. Draghi ha anche ribadito la disponibilità del Governo italiano a contribuire al processo di pace, ma in presenza di “chiari segni di de-escalation” da parte della Russia. Quello che chiede l'Occidente è un segnale concreto di volontà di dialogo, che al momento non si vede. I negoziati di Istanbul, martedì, si erano chiusi con l'impegno di Mosca a una diminuzione dei bombardamenti come segnale di apertura, ma una riduzione degli attacchi, però, al momento non ci sarebbe stata. 

Sul tavolo anche la questione del gas, dopo la decisione di Putin di accettare pagamenti solo in rubli. Cosa che Draghi, già la scorsa settimana, aveva definito una “violazione dei contratti”, concetto ribadito dal Consiglio europeo. Ieri il presidente russo, secondo quanto riferito tanto da Palazzo Chigi quanto dal Cremlino, ha “descritto” come dovrebbe funzionare il sistema dei pagamenti del gas russo in rubli, come aveva già fatto parlando con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, cui avrebbe assicurato che il nuovo sistema di pagamento non dovrebbe comportare un “peggioramento delle condizioni contrattuali per gli importatori europei” e che comunque ci saranno “colloqui tecnici”. Al termine della telefonata le posizioni sembrano ancora molto distanti, ma l'obiettivo primario era riaprire un canale di comunicazione: Draghi e Putin, infatti, hanno concordato sull'opportunità di mantenersi in contatto. 

L’aumento delle spese militari sarà graduale sino al 2028

L'ultimatum di Mario Draghi sembra avere avuto effetto: l'avvertimento che un no all'aumento delle spese militari avrebbe fatto venire meno il patto di maggioranza ha riportato la calma tra i partiti che sostengono il governo e ora il M5S sembra aver digerito la necessità di portare gli investimenti in difesa al 2% del Pil. La condizione, voluta da Giuseppe Conte, è che l'adeguamento avvenga con gradualità, cioè entro il 2028 e non già nel 2024, che del resto il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha assicurato ma che, dicono dal Pd ma anche da Fi, era già un dato acquisito da tempo. Fatto sta che, alla fine, il no all'aumento delle spese diventa un “ok, purché sia fatto con calma”. La crisi è scongiurata, ma quel che sembra certo è che tra M5S e palazzo Chigi il clima sia pessimo. 

La giornata era cominciata con un post del M5S su Facebook che di fatto contestava i dati fatti filtrare da palazzo Chigi sull'aumento delle spese militari attuati dai governi Conte I e II. E mentre Conte riuniva i senatori, assicurando che non ci saranno “passi indietro”, Draghi vedeva Antonio Tajani incassando il pieno sostegno azzurro. A sbloccare lo stallo è stata la dichiarazione del Ministro della Difesa Lorenzo Guerini, che, spiegano dal Nazareno, è stata pronunciata dopo colloqui avuti anche con Enrico Letta. Il segretario democratico ha fatto il punto con i tre ministri Pd e ha chiesto a Guerini di esplicitare la data del 2028 come orizzonte per portare le spese militari al 2% del Pil. Raggiunta l’intesa, il Movimento cerca di intestarsi una vittoria; anche al Tg1 Giuseppe Conte ribadisce l'ok all'aumento dilazionato: “Il ministro Guerini sembrerebbe abbracciare la prospettiva di una gradualità, di spalmare nel tempo questo aumento” ma la ricostruzione è smentita dal Pd. Comunque sia, la situazione sembra essere tornata sotto i livelli di guardia, almeno per il momento: la prossima settimana, con la presentazione del Documento di economia e finanza (Def) si dovrà passare dalle dichiarazioni alle cifre e, quindi, ai fatti.

Per il post Figliuolo, Draghi ha scelto il generale Petroni

Con la firma del premier Mario Draghi al decreto, il maggior generale dell'Esercito Tommaso Petroni prende ufficialmente il posto del Commissario straordinario per l'emergenza Covid Francesco Figliuolo e guiderà, da venerdì 1 aprile, l’Unità per il completamento della campagna vaccinale e per l'adozione di altre misure di contrasto alla pandemia. Sarà di fatto l'ultimo chilometro prima di lasciare poi le incombenze derivanti dal Covid in capo al ministero della Salute. La neonata struttura, infatti, durerà solo nove mesi, fino al 31 dicembre 2022. 

Petroni s’inserisce in continuità con il suo predecessore generale Figliuolo visto che è da circa un anno capo dell'area logistico-operativa della struttura commissariale. L’Unità di cui è nominato direttore avrà un organico più snello, anche in ragione della flessione della domanda di vaccini. Sarà composta da una parte del personale della struttura di supporto alle attività del Commissario straordinario per l'emergenza Covid e da personale in servizio al Ministero della Salute. Le funzioni vicarie del Direttore dell'Unità sono attribuite a Giovanni Leonardi, dirigente del Ministero della Salute. Sessanta anni, originario di Canosa di Puglia, in passato ha ricoperto vari incarichi di comando ed ha prestato servizio in missioni in Kurdistan, Somalia e Kosovo oltre che al quartier generale della Nato a Valencia; dall'ottobre 2018 ad aprile 2021 ha svolto a Roma gli incarichi di capo reparto Trasporti e capo reparto Materiali occupandosi della gestione di tutti i trasporti nazionali e internazionali a supporto di Enti e Reparti dell'Esercito italiano. 

L’Aula del Senato

Dopo che ieri è stato approvato il decreto sulle misure urgenti per arrestare la diffusione della peste suina africana (PSA), nella giornata di oggi l’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 9.30 per l’esame del decreto, già approvato la settimana scorsa dalla Camera e su cui il Governo è intenzionato a porre la questione di fiducia, sulla crisi in Ucraina. Come di consueto alle 15.00, invece, svolgerà le interrogazioni a risposta immediata.

Le Commissioni del Senato

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali svolgerà delle audizioni sul disegno di legge sulla rappresentanza d’interessi ed esaminerà il disegno di legge per l’equilibrio di genere nelle cariche pubbliche. La Commissione Bilancio dibatterà sul decreto legislativo recante attuazione della direttiva sui requisiti di accessibilità dei prodotti e dei servizi e sullo schema di decreto ministeriale per l’individuazione dei beneficiari delle risorse del Fondo nazionale integrativo comuni montani. La Finanze, con l’Industria esaminerà il decreto per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina, il cosiddetto decreto taglia prezzi.  Alle 8.00 l’Agricoltura ascolterà il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli sul tema della sovranità alimentare e del sostegno alle produzioni agricole strategiche.  La Politiche dell’Ue proseguirà il confronto sulla legge di delegazione europea 2021.

L’Aula della Camera

L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.30 per esaminare la pdl per la concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia, la pdl di revisione del modello di Forze armate interamente professionali e la pdl per la prevenzione dei fenomeni eversivi di radicalizzazione violenta, inclusi i fenomeni di radicalizzazione e di diffusione dell'estremismo violento di matrice jihadista.

A seguire esaminerà la proposta di legge costituzionale per l'elezione diretta del Presidente della Repubblica, la proposta di legge sull’esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia a ordinamento militare, le mozioni sulla disciplina di bilancio e governance economica dell’Unione europea, le mozioni sul Servizio civile universale, la pdl sulla base territoriale per l'elezione del Senato della Repubblica e le mozioni  in materia di energia nucleare di nuova generazione.

Le Commissioni della Camera

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà la pdl per l’istituzione della Commissione nazionale per la promozione e la protezione dei diritti umani fondamentali e per il contrasto alle discriminazioni e la pdl relativa ai benefici in favore delle vittime del terrorismo. La Giustizia discuterà la legge delega per la riforma dell'ordinamento giudiziario, per l'adeguamento dell'ordinamento giudiziario militare, nonché disposizioni in materia ordinamentale, organizzativa e disciplinare, di eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati e di costituzione e funzionamento del Csm e lo schema di decreto legislativo sullo scambio d’informazioni sui cittadini di Paesi terzi e il sistema europeo d’informazione sui casellari giudiziali (ECRIS). 

La Finanze, con la Politiche dell’Ue, ascolterà la Commissaria europea per i servizi finanziari, la stabilità finanziaria e l'Unione dei mercati dei capitali Mairead McGuinness. La Affari Sociali esaminerà la pdl di delega al Governo per il riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico e il decreto per il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell'epidemia da COVID-19 in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza. La Agricoltura ascolterà i rappresentanti della Fondazione Filiera Italia, sulle problematiche connesse all'aumento dei costi dei prodotti agricoli a seguito dei recenti sviluppi del conflitto in Ucraina.



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