Dopo l'esito dei referendum consultivi per l'autonomia in Veneto e Lombardia, i governatori Luca Zaia e Roberto Maroni hanno già tentato una prima accelerazione alzando la posta nei confronti di Roma. Il più duro è Zaia, forte del 57,2% di affluenza, con il 98,1% di Sì. Il Veneto chiede l’immediata apertura di un negoziato col Governo, ma soprattutto rivendica lo status di Regione a Statuto speciale e dunque una modifica della Costituzione.
Più pragmatica la posizione di Roberto Maroni, anche perché, contrariamente alle proiezioni, l'affluenza in Lombardia è rimasta sotto il 40%, con i Sì che hanno superato il 95%: il Presidente della Lombardia chiederà una via intermedia fra lo Statuto speciale e quello ordinario, senza modifiche costituzionali. Dal canto suo, il Governo è disponibile ad aprire un dialogo ma è nettamente contrario ad una eventuale modifica costituzionale.
Con 214 voti favorevoli, 61 contrari e 2 astenuti il Rosatellum 2.0 ha superato l’ostacolo del Senato ed è stato approvato definitivamente. Anche a palazzo Madama il voto finale è arrivato al termine di un estenuante tour de force durato tre giorni; la battaglia si è svolta in contemporanea su più terreni: in Aula, con cinque fiducie, e in piazza, dove il Movimento 5 Stelle ha organizzato una manifestazione in Piazza del Pantheon alla quale ha partecipato anche Beppe Grillo.
Con l’approvazione definitiva della legge si è superato il rischio di andare a votare con due sistemi elettorali differenti per Camera (Legalicum) e Senato (Consultellum). Ma ad alimentare ulteriormente lo scontro politico c’è stato anche l’abbandono del Presidente del Senato Piero Grasso del gruppo parlamentare del Partito Democratico.
Il Rosatellum è praticamente un Mattarellum rivisto e corretto; per sommi capi, il nuovo sistema prevede che il 36% dei parlamentari sia eletto in collegi uninominali e il restante 64% sia eletto con un sistema proporzionale costituito da liste bloccate di massimo 8 candidati. La soglia di sbarramento per tutti i partiti è al 3%, mentre per quelli coalizzati è al 10%. Contrariamente ai precedenti sistemi non sono state previste le preferenze.
Sembra certa la riconferma di Ignazio Visco alla guida della Banca d'Italia. La proposta del premier Paolo Gentiloni sarà all'esame del Cdm di questa mattina. Una decisione che sembra ormai presa e che non ha risentito della mozione contro il Governatore di Bakitalia presentata dal Partito Democratico e dalle dure prese di posizione del suo segretario Matteo Renzi.
I Sondaggi della Settimana dal 21 al 27 ottobre 2017
Nei sondaggi pubblicati dall'Istituto EMG, prosegue la caduta del Partito Democratico. Rispetto alla settimana scorsa è calato dello 0,7%, attestandosi al 26,4%. Al contrario, il Movimento 5 Stelle continua a crescere. Aumenta dello 0,4% e nelle intenzioni di voto raggiunge il 28,3%. Ora il partito di Grillo è stabilmente il primo partito del Paese e la distanza dal Partito Democratico è dell’1,9%.
Stabile il partito di Alfano, Alternativa Popolare, che è dato al 2,2%. Nell’area delle sinistre, guadagna un leggerissimo consenso il Movimento Democratici Progressisti, dato al 2,6%, mentre è stabile Sinistra Italiana che raccoglie il 2% delle intenzioni di voto. Il movimento guidato da Pisapia, Campo Progressista, è invece stimato allo 0.9%.
Nel Centro Destra, Fratelli d’Italia è al 5%; torna a calare dello 0,5% Forza Italia. Il partito di Berlusconi oggi è dato al 12,7%. Dopo settimane di leggera crescita, la Lega Nord torna a calare. Il partito di Matteo Salvini, nonostante il buon risultato del Referendum per l’autonomia di Lombardia e Veneto, cala dello 0,5% e si attesta al 14,3%, 1,6 punti percentuali sopra al partito del Cavaliere.
Nel complesso, l’area di Governo raccoglie il 28,6% delle preferenze. Ad oggi l’area di Centro Destra raccoglie il 32%, mentre il Centro Sinistra il 31,9%. Distaccato di diversi punti, il Movimento 5 Stelle è dato al 28,3%.
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