Il 17 e il 18 ottobre, si è votato per il ballottaggio nei 118 comuni con più di 15.000 abitanti, in uno scenario di bassissima affluenza alle urne: rispetto al primo turno di due settimane fa, quando si recarono al voto il 43,9% degli elettori, si è assistito ad una contrazione circa dieci punti percentuali arrivando al 33,3%.

Prima dell’appuntamento elettorale iniziato il 3 e 4 ottobre, nei 26 comuni con popolazione superiore ai 40.000 abitanti (tra cui sono presenti anche sei capoluoghi di regione come Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna e Trieste), undici comuni erano amministrati dal centrodestra, otto dal centrosinistra, quattro dal M5S, due da partiti di sinistra e uno da un civico

La vittoria al primo turno è stata sancita in quattordici comuni: sei al centrodestra (Novara, Busto Arsizio, Gallarate, Pordenone, Chioggia e Grosseto) e nove al centrosinistra (Milano, Napoli, Bologna, Rho, Ravenna, Rimini, Isernia, Salerno e Carbonia). La tornata di ballottaggi appena conclusa ha coinvolto dodici comuni: nove saranno amministrati dal centrosinistra (Roma, Torino, Varese, Savona, Caserta, Isernia, Latina, Cosenza e Cerignola), due dal centrodestra (Trieste e Benevento) e uno da candidati civici (Battipaglia). Complessivamente, in seguito a questi risultati, il centrosinistra passa da otto a diciassette comuni, il centrodestra amministra otto comuni e uno rimane civico.  

Dopo le vittorie al primo turno a Milano, Bologna e Napoli, il centrosinistra si aggiudica anche Roma e Torino rispettivamente con Roberto Gualtieri e Stefano Lorusso mentre il centrodestra conferma il primo cittadino triestino Roberto Dipiazza arrivato così al suo quarto mandato. Un risultato che premia gli sforzi del centrosinistra mentre getta un’ombra sul Movimento 5 Stelle e il centrodestra. Se il partito guidato da Giuseppe Conte riafferma le proprie difficoltà ad essere competitivo a livello locale in uno scenario politico che è indirizzato sempre di più verso una competizione bipolare, per il centrodestra l’esito elettorale è più sfumato: da un lato, non perde nemmeno un capoluogo di regione, dall’altro, certifica le proprie difficoltà nel proporre candidati credibili che possano scalfire l’egemonia dem nei grandi centri urbani

Elezioni Amministrative – Comuni capoluogo di regione 3 – 4 ottobre 2021 risultati-amministrative-2021-1.png

Proprio su questo punto, storicamente sensibile per il centrodestra, hanno insistito a vario titolo, i leader di FI, FdI e Lega. Per la Meloni, è necessario ripartire da candidati politici, più avvezzi dei civici a fronteggiare campagne elettorali aggressive, mentre il Cavaliere, che può giovarsi delle vittorie di suoi uomini in Calabria e a Trieste, sottolinea l’importanza della democraticità nell’individuazione dei candidati. Matteo Salvini, invece, pur ammettendo alcuni errori nelle tempistiche, alza le barricate e rilancia dando la colpa all’astensionismo e alle inchieste giornalistiche ad orologeria.  

Se nel centrodestra, la situazione non è tra le più positive, in casa centrosinistra si respira un’aria più leggera. L’ottimo risultato elettorale, soprattutto nei comuni superiori, rilancia l’azione politica del segretario dem Enrico Letta che ora punta sempre con più decisione alla costruzione di un campo largo progressista che vada dal Movimento 5 Stelle a Italia Viva, da LeU ad Azione

Nonostante le difficoltà di mantenere compatta un’eventuale coalizione così composta, il centrosinistra può sicuramente esultare per la capacità di individuare delle personalità credibili e che, in un contesto di bassa affluenza, riescono comunque a mobilitare il proprio elettorato. Non è detto che in vista delle prossime elezioni politiche questo sia sufficiente, dal momento che la stragrande maggioranza degli elettori risiede in piccoli comuni dove il centrodestra va enormemente meglio ma sicuramente traccia una strada da seguire.

Roma, Gualtieri conquista il Campidoglio e si prende quasi tutti i Municipi 

 Il ballottaggio a Roma non riserva sorprese: a vincere è il centrosinistra che torna a governare la città capitolina dopo cinque anni di opposizione all’amministrazione pentastellata, confermando il radicamento nelle zone centrali ma conquistando anche quelle zone periferiche che negli ultimi anni erano state più vicine al M5S e al centrodestra. Roberto Gualtieri si assesta al 60,2% ribaltando il risultato del primo turno mentre il candidato del centrodestra Enrico Michetti si deve accontentare del 39,8%. 

Le urne però confermano l’allarme affluenza: la partecipazione è scesa ulteriormente rispetto al primo turno (da 48,7% a 40,8%), confermando un trend che si verifica regolarmente. Impietoso è invece il confronto con il secondo turno del 2016 con una diminuzione del 9,5%. Sorprendente è il fatto che ad astenersi siano stati principalmente gli elettori delle periferie, cruciali cinque anni fa per la vittoria della Raggi e per la sconfitta di Michetti oggi. 

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È senza dubbio la vittoria del centrosinistra che conquista i 29 seggi in Assemblea capitolina e del PD in particolare che ottiene 18 seggi. Ci saranno sicuramente volti noti della politica romana che potrebbero occupare ruoli di peso, tra questi Sabrina Alfonsi, ex minisindaco del I municipio per cui si profila l’assessorato a Scuola o Verde; la consigliera uscente Svetlana Celli che potrebbe ricevere le deleghe allo Sport; il vicecapo di gabinetto di Nicola Zingaretti, già presidente dell’XI Municipio Maurizio Veloccia che potrebbe ottenere la guida dell’Assemblea; il presidente del Pd Lazio Andrea Alemanni, il responsabile Casa del PD romano Yuri Trombetti e Giulia Tempesta, fedelissima di Gualtieri. 

Gli altri partiti della coalizione vanno tutti a seggio, ad eccezione del PSI che al primo turno aveva ottenuto solo lo 0,3%. Infatti, la lista civica di Gualtieri si porta a casa 5 seggi tra cui l’ex candidato presidente del IV Municipio con la Lista Marchini nel 2016 Giorgio Trabucco, e la capolista Monica Lucarelli che potrebbe avere il ruolo di vicesindaco, a Sinistra Civica Ecologista con l’esponente di Liberare Roma Alessandro Luparelli e Roma Futura del perdente alle primarie, già Assessore del sindaco Marino e presidente del III Municipio Giovanni Caudo, sono attribuiti 2 seggi ciascuno mentre Demos e Europa Verde si devono accontentare di un solo seggio per uno, rispettivamente il consigliere regionale e candidato alle primarie Paolo Ciani che ha conquistato più di 2000 voti di preferenza e Ferdinando Bonessio, in passato vicino all’ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio che, però, in questa tornata elettorale ha sostenuto l’ex sindaca Virginia Raggi

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Il centrodestra esce sconfitto da queste elezioni, con la leader di FdI Giorgia Meloni, primo sponsor dell’avvocato amministrativista, che attribuisce la débâcle ai ritardi nella scelta del candidato. Enrico Michetti non è riuscito ad aumentare i voti che aveva preso al primo turno, non sfondando tra gli elettori indecisi che alla fine hanno scelto l’astensione. Per questo motivo, la pattuglia in Assemblea sarà magra: 5 seggi per FdI, 2 per la Lega e 1 per FI, più un seggio per Enrico Michetti. 

Per FdI rientreranno le consigliere uscenti Rachele Mussolini e Lavinia Mennuni e l’ex capogruppo Andrea De Priamo, l’ex consigliera municipale Francesca Barbato e Giovanni Quarzo, eletto per la quarta volta in Assemblea Capitolina. Resta fuori il vicepresidente uscente dell’Assemblea Capitolina Francesco Figliomeni. La Lega invece sarà rappresentata da Simonetta Matone, che, candidata in ticket con Enrico Michetti potrebbe rinunciare al suo seggio (al suo posto potrebbe entrare il consigliere uscente ed ex assessore di Alemanno Davide Bordoni) e dal consigliere uscente ex FdI Fabrizio Santori. Restano fuori le deputate Sara De Angelis e Barbara Saltamartini, l’europarlamentare Simona Baldassarre. Pur eleggendo formalmente un consigliere, Forza Italia non avrà propri rappresentanti dal momento che Marco di Stefano è stato candidato in quota UdC. Restano quindi fuori nomi di peso come la deputata Maria Spena e il presidente uscente dell’Assemblea Capitolina Marcello De Vito, che nel 2016 era stato “mister preferenze”.

 Gli sconfitti al primo turno Carlo Calenda e Virginia Raggi saranno all’opposizione e per loro non si presagiscono ruoli nella giunta Gualtieri. La lista Azione di Calenda conquista 4 seggi più un seggio per l’ex ministro dello sviluppo economico che però ha già annunciato di rinunciare alla carica: ci saranno quindi l’ex assessore alle Attività produttive del II municipio Valerio Casini e Francesca Leoncini di Italia Viva mentre di Azione gli eletti sono l’ex Assessora alla Cultura del I municipio Flavia De Gregorio e l’ex esponente del Pd, già consigliere comunale Dario Nanni

Per il M5S la disfatta è totale: cinque anni fa ad entrare in Assemblea erano stati 29 consiglieri; oggi sono soltanto 3 più la sindaca uscente e un seggio per la sua lista civica. Siederanno in Aula Giulio Cesare l’ex assessora ai Lavori pubblici Linda Meleo, il capogruppo uscente Paolo Ferrara e l’ex presidente della Commissione Ambiente Daniele Diaco. Tra i non eletti il vicesindaco uscente Pietro Calabrese e gli ex assessori al Commercio Andrea Coia e alla Scuola Veronica Mammì. Per la lista civica il più votato è stato l’Assessore uscente al Personale Antonio De Santis.  

Il punto sui municipi

Una marea rossa si è abbattuta sulla città capitolina: il centrosinistra ha conquistato al secondo turno tutti i Municipi, tranne il VI con sede a Tor Bella Monaca dove però la competizione era con il M5S. Sonora sconfitta, dunque, per il centrodestra che perde anche nei Municipi in cui era in vantaggio, dilapidando addirittura un vantaggio di 13 punti nel X Municipio di Ostia su cui aveva creato le sue fortune alle politiche del 2018 e alle europee del 2019 e nel XV municipio in cui l’ex minisindaco dal 2013 al 2016 Daniele Torquati sale dal 28% del primo turno fino il 51% e scippa il Municipio al leghista Andrea Signorini. 

Nei due Municipi centrali che avevano resistito cinque anni fa all’ondata pentastellata, il centrosinistra dell’ex sottosegretario alla Cultura Lorenza Bonaccorsi (I municipio) e la presidente uscente Francesca Del Bello (II municipio) hanno doppiato i loro sfidanti. Nel IV municipio che aveva dato la vittoria al primo turno al leghista Roberto Santoro, si ribalta il risultato con Massimiliano Umberti del Pd nuovo minisindaco del conteso Municipio di San Basilio. La stessa tendenza si ripete anche al IV, V, IX, XI, XIII, XIV e XV Municipio dove il centrodestra in vantaggio al primo turno viene sconfitto a causa della convergenza sul candidato di centrosinistra degli elettori di Azione e M5S.  Dall’altra parte, nel III, VII, VIII e XII Municipio il centrosinistra mantiene il vantaggio acquisito al primo turno ma spicca la performance del minisindaco uscente di centrosinistra, Amedeo Ciaccheri nel VIII Municipio che ha battuto il suo sfidante Alessio Scimè con una percentuale bulgara (70,1%) e rappresenta l’unico presidente di Municipio senza la tessera del PD. 

Torino, il centrosinistra torna al governo dopo cinque anni

Al ballottaggio è Il candidato del centrosinistra Stefano Lo Russo (59,2%) a spuntarla sull’imprenditore e candidato del centrodestra Paolo Damilano (40,8%): il professore di geologia del Politecnico, dopo i tanti anni in consiglio comunale prima con l’Ulivo e poi con il PD, è il nuovo sindaco del capoluogo piemontese. Una vittoria abbastanza netta, ottenuta con un vantaggio di circa 50.000 voti e la maggioranza in tutte le circoscrizioni della città, che riporta in dote al centrosinistra il capoluogo piemontese dopo l’inaspettata vittoria nel 2016 del Movimento 5 Stelle con Chiara Appendino. Stando a quanto dichiarato dal neo primo cittadino, lunedì prossimo sarà annunciata la giunta comunale che dovrebbe essere composta da sei donne ed esperti esterni negli assessorati chiave. Sempre molto basso il dato relativo all’affluenza dal momento che si sono recati alle urne il 42,1% dei 689.684 aventi diritto: percentuale in calo di quasi 6 punti rispetto al primo turno (48,1%).    

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 Con la vittoria del centrosinistra, la Sala Rossa del Comune di Torino sarà composta da 24 consiglieri di maggioranza della Coalizione di Lo Russo (più lo stesso sindaco) e 16 consiglieri comunali di minoranza, ripartiti tra la coalizione di centrodestra (13) e il Movimento 5 Stelle (3). In particolare, a fare la voce grossa nel centrosinistra è il Partito Democratico, risultato il partito più votato al primo turno (28,6%), che spedisce in consiglio comunale 17 consiglieri tra cui: la vicecapogruppo dem uscente Chiara Foglietta, donna più votata dell’intera tornata elettorale e in pole per l’assessorato alla Cultura, l’ex assessore regionale al lavoro Gianna Pentenero, accreditata come possibile vicesindaco con delega al PNRR, e la giovanissima consigliera circoscrizionale uscente Ludovica Cioria, possibile assessore alle pari opportunità. 

Rimanendo nell’ambito del centrosinistra, 2 seggi a testa per: la civica Lo Russo sindaco, seconda lista più votata della coalizione, che manda in consiglio comunale l’ex democristiano con un passato nelle partecipate del Comune Paolo Chiavarino; gli ambientalisti di Sinistra Ecologista, con Jacopo Rosatelli, che, dopo un campagna elettorale incentrata sulle tematiche legate al cambiamento climatico, potrebbe essere il nuovo assessore all’ambiente; i Moderati, con l’ex collaboratrice dell’assessore comunale al commercio della giunta Fassino, Carlotta Salerno, possibile futuro assessore allo sport. Un solo seggio per la civica Torino Domani dell’ingegnere che aveva corso anche alle primarie coalizionali Francesco Tresso, il candidato più votato di questa tornata elettorale: per lui si profila un ingresso in giunta come assessore all’urbanistica. 

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Per quanto riguarda l’opposizione, 13 i seggi alla coalizione di centrodestra che ha sostenuto Damilano, nel dettaglio: 4 seggi più il candidato sindaco per la civica Torino Bellissima, lista più votata della coalizione al primo turno, che dovrebbe portare in consiglio comunale la cugina del candidato sindaco Silvia Damilano, il funzionario regionale Giuseppe Iannò e l’organizzatore di eventi Pierlucio Firrao.

Tre seggi a testa per Lega, che, salvo rinunce, dovrebbe aver eletto tra gli altri la deputata Elena Maccanti e l’assessore regionale Fabrizio Ricca, e Fratelli d’Italia, della più votata in lista Paola Ambrogio (255 preferenze); 2 seggi per Forza Italia, con l’assessore regionale al Bilancio Andrea Tronzano, annunciato anche come vicesindaco di Damilano in caso di vittoria, a guidare la pattuglia forzista con 1.217 preferenze personali accompagnato dal presidente circoscrizionale uscente Domenico Garcea. A chiudere il cerchio dell’opposizione i 2 seggi più la candidata sindaca sconfitta Valentina Sganga del Movimento 5 Stelle, che tra gli altri dovrebbe mandare in consiglio comunale il radiologo e già candidato alle primarie del partito Andrea Russi.

Trieste, Dipiazza riconfermato sindaco per la quarta volta

Si sono concluse le operazioni di spoglio anche a Trieste, dove il sindaco uscente Roberto Dipiazza si conferma primo cittadino riuscendo ad ottenere il suo quarto mandato grazie al 51,3% dei consensi, superando il candidato del centrosinistra Francesco Russo, che ha fatto registrare il 48,7% partendo da uno svantaggio di sedici punti percentuali al primo turno. Per quanto riguarda l'affluenza, nel capoluogo friulano ha votato il 41% degli aventi diritto in calo di sei punti rispetto due settimane fa (46%).

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Con la vittoria di Dipiazza il centrodestra mantiene così la maggioranza nel Consiglio comunale aggiudicandosi 24 dei 40 seggi a disposizione, mentre i restanti 16 dell’opposizione si dividono tra il centrosinistra (10 seggi), Adesso Trieste (2 seggi), Movimento 5 Stelle (1 seggio) e Movimento 3V (1 seggio).

Nello specifico tra i banchi della maggioranza e tra gli 8 di FdI, ritroviamo l’Assessore ai Lavori uscente Elisa Lodi, il neoeletto Corrado Tremul e l’ex consigliere circoscrizionale anti ztl Marcelo Medau tra i 6 consiglieri della lista Dipiazza Sindaco c’è la riconferma dell’Assessore alle Politiche Sociali uscente Carlo Grilli.  Segue la Lega dove tra i suoi 5 eletti spiccano per preferenze il presidente uscente della VII Circoscrizione Stefano Bernobich e conferma Monica Canciani, l’imprenditore Everest Bertoli e l’assessore alle attività economiche Serena Tonel, mentre tra i 4 consiglieri di Forza Italia vengono riconfermati Michele Lobianco (campione assoluto di preferenze nel centrodestra triestino) e Michele Babuder; in maggioranza entra Mirko Martini di Noi con l’Italia con un passato da consigliere comunale a Erto e Casso (PN).

Per quanti riguarda le opposizioni, invece, per il Partito Democratico (che è stata la lista più votata nella città di Trieste) ritroviamo i consiglieri di minoranza uscenti Valentina Repini, il consigliere della IV circoscrizione uscente Rosanna Pucci e il già Consigliere regionale del Friuli-Venezia Giulia Stefano Ukmar; mentre tra i consiglierei eletti nella lista Russo-Punto Franco emerge l’avvocato Alberto Pasino. La lista civica Adesso Trieste elegge due consiglieri, uno in più rispetto a quelli che avrebbe conseguito con un’eventuale vittoria di Russo per il quale la civica di Riccardo Laterza si è spesa al ballottaggio: entra dunque in consiglio Kevin Nicolini (terzo più votato dopo appunto Riccardo Laterza e Giulia Massolino) e uno per il M5S che, con l’entrata di Alessandra Richetti, evita la sparizione dall’aula. Presente infine anche Ugo Rossi, che con la sua elezione permette al Movimento 3V di entrare per la prima volta a Palazzo. 

Nord, la Lega perde ancora Varese e Savona passa al centrosinistra

Pur in una tornata elettorale non favorevole alle forze di centrodestra, negli otto comuni settentrionali con più di 40.000 abitanti al voto si registrano tra primo e secondo turno cinque vittorie del centrodestra e tre del centrosinistra, due delle quali avvenute al ballottaggio. Sono due i cambi di colore: Savona, passata dal centrodestra al centrosinistra, e Chioggia, amministrata in precedenza dal Movimento 5 Stelle e passata ora al centrodestra.

A Varese il sindaco uscente dem Davide Galimberti (53,2%), appoggiato dal centrosinistra allargato al M5S, ha sconfitto al secondo turno il leghista Matteo Bianchi (46,8%), espresso in extremis per sostituire il candidato in pectore Roberto Maroni. L’alleanza tra PD e M5S tiene dunque nel capoluogo provinciale lombardo e feudo leghista, confermando la tendenza nazionale di un centrosinistra vincente in pratica in tutte le principali città al voto. Da sottolineare come Varese sia stata una delle poche realtà al voto in questo ballottaggio dove il dato dell’affluenza rispetto al turno non sia crollato (48,4% rispetto al 50,9% del primo turno). 

Savona cambia colore dal momento che il civico appoggiato dal centrosinistra Marco Russo (62,3%) ha sconfitto il candidato del centrodestra Angelo Schirru (37,8%) con uno scarto superiore ai 15 punti percentuali. Nonostante il mancato apparentamento da parte del candidato grillino Manuel Meles (9,8%) che poteva far presagire un risultato elettorale maggiormente in bilico anche in seguito all’apparentamento del candidato di FdI Luca Aschei (3,9% al primo turno) con Schirru, il centrosinistra è tornato al governo della cittadina ligure.

Elezioni Amministrative 2021 – Comuni superiori a 40.000 abitanti - Nord 

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Centro, il ballottaggio premia il centrosinistra a Latina

Il Centro si conferma anche in questa tornata amministrativa terra d’elezione per il centrosinistra. Al primo turno, oltre a Bologna, anche Ravenna, Rimini e Carbonia hanno assistito alla vittoria del candidato progressista, mentre a Grosseto è riuscito a riconfermarsi il centrodestra. Unico comune per cui è stato necessario il secondo turno è Latina. Nonostante il ritardo accumulato al primo turno, il sindaco uscente Damiano Coletta, appoggiato a differenza di cinque anni fa dal centrosinistra, ritorna da vincitore in Piazza del Popolo.

Elezioni Amministrative 2021 – Comuni superiori a 40.000 abitanti - Centro 

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Nel capoluogo di provincia laziale e feudo tradizionale della destra ad essere rieletto è stato il candidato civico appoggiato dal centrosinistra Damiano Colletta (54,9%) che ha sconfitto il favorito e già sindaco di centrodestra Vincenzo Zaccheo (45,1%), dopo che quest’ultimo aveva sfiorato la vittoria al primo turno fermandosi però al 48,5%. Nonostante la campagna elettorale che ha visto protagonista in prima persona il leader leghista Matteo Salvini e alcuni big del partito, tra cui il pontino Claudio Durigon, il centrodestra non è riuscito a riappropriarsi della città che aveva governato ininterrottamente dal 1993 al 2015. Da sottolineare il fatto che Zaccheo abbia perso rispetto al primo turno circa 5.000 voti, sintomo probabilmente anche di un non gradimento da parte degli elettori al primo turno degli altri due candidati d’area Annalisa Muzio e Antonio Bottoni e della candidata di Azione Nicoletta Zuliani, che dal canto loro non hanno dato indicazioni di voto. Allo stesso tempo, a contribuire alla vittoria di Colletta, è stato in parte l’apparentamento formale con il Movimento 5 Stelle del candidato Gianluca Bono, a testimonianza di un’intesa vincente tra PD e M5S che in questa tornata amministrativa ha funzionato a fasi alterne. Crolla il dato legato all’affluenza che si ferma al 52,7%, calando di circa nove punti percentuali rispetto al primo turno (61,2%).    

Sud, Mastella rovina l’en plein del centrosinistra e FI perde Cosenza 

Le elezioni amministrative al Sud hanno visto la conclusione al primo turno soltanto a Salerno, con la vittoria del deluchiano Vincenzo Napoli, mentre per le altre città l’esito è stato rimandato al ballottaggio. È stato quasi un en plein per il centrosinistra che, tuttavia, ha fallito di nuovo a Benevento contro Clemente Mastella che ha vinto di misura, confermando la sua grande esperienza politica e a Battipaglia (SA) in cui la sindaca uscente Cecilia Francese sostenuta da liste civiche ha battuto la coalizione di centrosinistra a trazione Pd. Da segnalare anche il risultato in controtendenza di Cosenza dove il centrosinistra riconquista la carica di sindaco dopo dieci anni di amministrazione forzista

A Caserta il sindaco uscente di centrosinistra (ex FI, ora PD) Carlo Marino batte la concorrenza del capogruppo leghista alla Regione Campania Gianpiero Zinzi con il 53,7%, ottenendo circa 2000 voti di più rispetto al suo avversario, sufficienti ad essere riconfermato sindaco della città. A fare da ago della bilancia sono stati gli elettori dei candidati sconfitti al primo turno Romolo Vignola e Raffaele Giovine, civici di centrosinistra. 

Dopo essere andato vicino alla vittoria già al primo turno, a Benevento Clemente Mastella fa il bis e sconfigge con il 52,7% dei voti Luigi Perifano, espressione del centrosinistra che sperava nella rimonta grazie alla convergenza degli elettori del civico Angelo Moretti. L’ex Guardasigilli, che ha rivendicato la sua vittoria “contro tutti”, pur essendo stato appoggiato dall’ala deluchiana del PD e da FI, ha perso più di 2000 voti rispetto al primo turno, acquisiti dal suo sfidante, ma è riuscito a mantenere lo scranno di sindaco della città sannita.

A Battipaglia (SA) la civica Cecilia Francese viene riconfermata con un’alta percentuale (65,7%), sintomo della buona amministrazione degli ultimi cinque anni, e batte il candidato di centrosinistra Antonio Visconti, appoggiato da un’ampia coalizione, tra cui PD, Campania Libera di Vincenzo De Luca, Italia Viva e UdC che perde voti rispetto al primo turno. 

A Isernia il secondo turno rovescia i pronostici: il candidato di FI e Lega, già sindaco della città molisana dal 2002 al 2012, Gabriele Melogli, dato avanti grazie all’appoggio del candidato civico sostenuto da FdI e arrivato terzo al primo turno, esce sconfitto dalle urne che invece premiano Piero Castrataro, indipendente appoggiato dal centrosinistra allargato anche al M5S. Il nuovo primo cittadino ha approfittato delle divisioni interne al centrodestra e ha ottenuto più di 6400 voti, superando ampiamente la soglia delle 5400 preferenze, necessarie per essere matematicamente sindaco della città pentra.

Elezioni Amministrative 2021 – Comuni superiori a 40.000 abitanti - Sud 

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A Cosenza lo scossone è stato forte: nella città natale del nuovo presidente forzista della Regione Roberto Occhiuto e dopo dieci anni di amministrazione del fratello Mario Occhiuto, la sfida tra omonimi si conclude a favore del segretario provinciale del Psi Franz Caruso, appoggiato dal PD con il 57,6% che ribalta il risultato iniziale e conquista più di 6000 voti rispetto al primo turno. Il vicesindaco uscente Francesco Caruso si ferma al 42,4%, perdendo quasi 3000 voti. Il risultato fa rumore anche perché è in controtendenza con l’esito delle elezioni regionali di due settimane fa in cui il centrodestra ha vinto facilmente, ottenendo un’alta percentuale anche a Cosenza

Francesco Bonito, espressione dell’alleanza giallorossa, vince a Cerignola (FG) con il 53,9% dei voti mentre il candidato civico Franco Metta, già sindaco della città foggiana prima che venisse sciolta per infiltrazioni mafiose due anni fa si attesta al 46,1%. Nonostante la vittoria dell’esperimento giallorossa, il M5S è risultato irrilevante per la vittoria e porta a casa un seggio solo per il sistema elettorale che premia i partiti della coalizione vincitrice. 

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Speciale Amministrative 2021 - I risultati del ballottaggio 20 ottobre 2021