La squadra di Ursula Von der Leyen

La presentazione della squadra dei nuovi Commissari ha fatto chiarezza su quali saranno i nuovi obiettivi della Commissione europea per i prossimi cinque anni. In particolare, sembra chiaro come il focus intorno al quale si dipanerà l’intera attività della tedesca Ursula Von der Leyen è quello dell’economia sociale di mercato. Non a caso, infatti, la Presidente ha affermato che l’hashtag unico della sua Commissione sarà #socialmarket economy. In questo messaggio si legge un forte impegno politico nel combattere i cambiamenti climatici e adattarsi alle sfide della digital technology e (possibilmente) passare a più politiche economiche espansive o meno misure di austerità. La conferma di Margrethe Vestager (Renew Europe) al portafoglio della Concorrenza e al Digitale sembra proprio andare in questa direzione. Oltre a ciò, è emerso chiaramente come la macroniana Sylvie Goulard (Renew Europe), nominata Commissario per il mercato interno (detta la "Digital ministry”) avrà la missione principale di delineare le principali misure e gli obiettivi della futura politica industriale europea e che Frans Timmermans (S&D), in qualità di Vicepresidente con delega al clima, eserciterà le giuste pressioni sulle altre Direzioni per ottenere la misura-bandiera della Commissione Von der Leyen, cioè il cd. "Green Deal”.

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A “turbare” questo quadro sono alcune fonti che riferiscono che Timmermans sembrerebbe non aver gradito la nomina di Valdis Dombrovskis (PPE) a Vicepresidente in quanto i socialisti (S&D) ed i centristi di Renew Europe contavano su Timmermans e Vestager per formare un triumvirato con il Partito popolare europeo (PPE) di Von der Leyen. La nomina di Dombrovskis a Vicepresidente dell'economia significa che il PPE ha ora una presa salda sull'esecutivo dell'UE, cosa tutt'altra che scontata dopo che il gruppo conservatore ha speso molto del suo "capitale politico" per assicurarsi la presidenza. La scelta di destinare all’Italia e a Paolo Gentiloni il portafoglio degli affari economici servirà a ricucire le relazioni istituzionali che si erano allentate a causa delle tensioni con il precedente governo a trazione sovranista; resta tuttavia da capire il suo ruolo rispetto alla nomina di supervisione di Dombrovskis, che proviene dal PPE, investito della missione di rivedere le regole della politica fiscale dell’UE.  Gentiloni avrà comunque la possibilità di indirizzare e riequilibrare tutti gli sforzi dei Governi per riformare il patto di stabilità e crescita e, più concretamente, avrà il compito, non facile, di supervisionare i bilanci dei paesi dell'UE, incluso quello italiano. 

Le prossime tappe

In vista del 1 novembre, giorno in cui la nuova Commissione europea entrerà ufficialmente in carica, i commissari designati dovranno passare il vaglio del Parlamento europeo per il gradimento. La procedura di verifica dei commissari si divide in tre momenti. La prima è la fase preparatoria in cui il Parlamento europeo riceve e analizza le dichiarazioni finanziarie dei candidati, richiedendo eventualmente informazioni aggiuntive per risolvere conflitti di interesse in quanto la dichiarazione di assenza di conflitti di interesse è una precondizione affinché possa cominciare la seconda fase. Inoltre, ogni commissario viene invitato ad essere ascoltato prima dalla commissione competente e a rispondere per iscritto alle domande poste. La seconda fase è quella delle audizioni vere e proprie in cui i commissari designati dovranno rispondere alle domande poste dai parlamentari europei per circa tre ore. Immediatamente dopo questo momento, si riunisce il comitato di valutazione con il compito di richiedere ulteriori spiegazioni se ritenute necessarie. La fase finale è quella della plenaria in cui il Presidente eletto presenta la squadra dei commissari e il programma davanti al Parlamento. Dopo il dibattito, se la Commissione designata riceve la maggioranza dei voti, inizia il mandato.

I possibili ostacoli

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A parte le reazioni dei vari esponenti politici, sono altri gli ostacoli formali per i commissari designati: le norme procedurali del Parlamento richiedono una maggioranza di almeno due terzi tra i deputati più influenti (i presidenti dei gruppi politici) affinché i candidati passino immediatamente. Alla luce di questo, è importante notare che i commissari designati abbiano bisogno del sostegno di più gruppi politici di quelli che la stessa Von der Leyen è riuscita a garantire per la sua selezione a luglio. Nel caso in cui non si riesca a raggiungere la maggioranza di almeno i due terzi dei membri della commissione per approvare il candidato, il regolamento del Parlamento europeo prevede che il candidato dovrà rispondere ad ulteriori domande in forma scritta o addirittura fare una seconda/terza audizione. Se ciò non fosse ancora sufficiente per una maggioranza dei due terzi, basterebbe una maggioranza semplice in una votazione a pieno titolo, almeno dal punto di vista tecnico. Alla luce di questo, alcuni commissari rischiano di non passare l’esame del Parlamento come la rumena Rovana Plumb (Trasporti) che è stata coinvolta in un caso di corruzione nel 2017, il polacco Janusz Wojciechowski (Agricoltura) indagato dall'ufficio antifrode dell’UE e l’ungherese László Trócsányi, che ha ottenuto il portafoglio sull'allargamento, potrebbe aver bisogno di rispondere a domande su come egli, in quanto ex ministro della giustizia ungherese, si assicurerà che i candidati interessati a far parte dell'UE rispettino lo stato di diritto.

Inoltre, i socialisti hanno criticato Sylvie Goulard, commissaria designata dalla Francia per il mercato interno e la futura strategia industriale, per aver promosso un programma "neoliberista" durante il suo periodo come deputato al Parlamento europeo; inoltre, più pertinentemente, la polizia francese ha intervistato Goulard martedì in un caso riguardante l'uso improprio di fondi UE. I popolari del PPE invece sono contrari alla nomina di Paolo Gentiloni in quanto espressione di un paese non molto attento al rispetto rigoroso delle regole del bilancio dell'UE.

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