Vittoria schiacciante del centrodestra in Calabria
Il neo eletto Presidente Roberto Occhiuto (FI), forte del 54,5%, ha battuto la sua avversaria di centrosinistra Amalia Bruni, fermatasi al 27,7%. Anche per gli altri due candidati non c’è stata partita: Luigi de Magistris, candidato espressione di alcuni partiti di sinistra alleati con alcune civiche d’area, ha raggiunto il 16,2%, mentre il candidato ex PD, Mario Oliverio, ha ottenuto l’1,7%.
Quest’ultima ultima lista, per via del sistema elettorale che prevede una soglia di sbarramento all’8% per le coalizioni o liste singole, non ha ottenuto seggi in Consiglio Regionale. Primo partito è dunque Forza Italia con il 17,3% seguita da Partito Democratico(13,2%), Fratelli d’Italia (8,7%) e Lega (8,3%). Nel complesso, si sono recati alle urne 838.691 elettori, pari al 44,4%. Rispetto alle elezioni regionali del 2019, l’affluenza è rimasta praticamente inalterata (allora raggiunse il 44,3%).
Il traino di Forza Italia è decisivo per la conferma in Calabria
Come da pronostico, il centrodestra ha sconfitto in maniera schiacciante il centrosinistra conquistando il 54,5% dei suffragi e distanziando la controparte di oltre 25 punti percentuali. Il nuovo Presidente Roberto Occhiuto, storico esponente forzista cosentino, ha confermato così la vittoria del centrodestra del 2019, quando venne eletta, anche lei con ampio distacco dal secondo classificato, la compianta Jole Santelli.
La vittoria di Occhiuto è stata garantita dall’ottimo risultato della coalizione, tra cui spicca quello del suo partito, Forza Italia, che, con il 17,3%, si è ampiamente affermato come la prima forza della regione.
Il risultato è stato rivendicato da Antonio Tajani che ha evidenziato come la scelta del candidato da parte di Silvio Berlusconi in persona sia stata la mossa vincente. Quanto agli altri partiti, cala il consenso per Fratelli d’Italia che passa dal 10,9% del 2019 all’8,7%, vincendo però di un soffio la competizione interna con il Carroccio che potrebbe essere decisiva per l’assegnazione della vicepresidenza.
La Lega ha ottenuto l’8,3%: un passo indietro rispetto alle regionali di due anni fa, dove il partito di Salvini aveva ottenuto il 12,2%, entrando per la prima volta in Consiglio Regionale. Ad eleggere almeno un consigliere regionale ci sono anche: la civica dei fedelissimi di Occhiuto Forza Azzurri (8,1%), Coraggio Italia (5,7%) e l’UDC (4,6%). Unica a rimanere fuori Noi con l’Italia che ha ottenuto solo il 3%.
La sinistra si spacca e favorisce Occhiuto
La candidata del centrosinistra Amalia Bruni ha perso le elezioni, fermandosi al 27,7% e non riuscendo ad avvicinare Roberto Occhiuto nella volata verso la vittoria. La sconfitta si può imputare alla frammentazione del centrosinistra che si è presentato alle elezioni con tre candidati, non riuscendo a convergere su un unico nome.
Anche l’alleanza tra PD e M5S non è riuscita a sfondare, gettando alcune ombre sulla sostenibilità del progetto politico. Guardando al consenso raccolto dai partiti, il PD si attesta come seconda forza con il 13,2% (-2% rispetto al 2020) perdendo il primato a livello regionale e continuando il trend discendente iniziato già nel 2014 (-10% rispetto alla vittoria di Mario Oliverio nel 2014).
Se il Pd esce ridimensionato, a festeggiare è senza dubbio il M5S che conferma i voti presi nel 2020 (6,5%) ma entrando per la prima volta in Consiglio regionale giovandosi del meccanismo di soglie scontate per le liste coalizzate. A rimanere fuori da Palazzo Campanella sono le liste civiche la Calabria sicura (3,8%) e Tesoro Calabria (2,3%), il PSI e Europa Verde che non raggiungono l’1% (rispettivamente 0,9% e 0,5%) mentre si segnala la débâcle dei Democratici Progressisti che, in tandem con il Partito Animalista in questa tornata, perdono i due seggi conquistati nel 2020.
A sinistra del PD, nelle liste a sostegno di Luigi De Magistris, ad andare a seggio è soltanto la lista civica De Magistris Presidente che ha eletto due consiglieri, grazie al risultato del 5,2%. A far rumore però è la notizia che il candidato, ex sindaco di Napoli, Luigi De Magistris è rimasto fuori dal Consiglio regionale, in quanto non essendo candidato anche in lista, resta senza seggio.
L’attuale legge elettorale in Calabria, così come modificata nel 2014, prevede un assetto proporzionale con diverse soglie di sbarramento per l’accesso al Consiglio Regionale ed un premio di maggioranza fissato al 55%. Il sistema elettorale prevede l’elezione a Presidente del candidato che ottiene la maggioranza relativa dei voti. Per quanto riguarda l’elezione del Consiglio regionale (composto da 30 seggi in aggiunta al seggio assegnato al Presidente della Giunta regionale), l’80% dei seggi (24 seggi) è ripartito proporzionalmente in 3 circoscrizioni: Calabria Nord (Cosenza), Calabria Centro (Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia), e Calabria Sud (Reggio Calabria). Sono ammesse alla ripartizione dei seggi le liste che hanno superato il 4% dei voti nell’intera regione, mentre le coalizioni l’8%. La legge elettorale prevede alcuni meccanismi per garantire una maggioranza stabile in Consiglio (i 6 seggi del cd. “premio di maggioranza”). Viene eletto consigliere regionale anche il miglior candidato perdente alla carica di Presidente di Regione. Infine, non è previsto il voto disgiunto, ossia non vi è la possibilità di votare un candidato Governatore e una lista ad esso non collegata, ma è stata introdotta la possibilità di esprimere una doppia preferenza a condizione che sia di sesso differente.
La composizione del Consiglio Regionale
Con la proclamazione della vittoria di Roberto Occhiuto si inizia a delineare la composizione del Consiglio Regionale che sarà composto nel complesso da 29 consiglieri (10 eletti nella circoscrizione Nord, 10 in quella Centro e 9 in quella del Sud) in aggiunta ai due seggi assegnati rispettivamente a Roberto Occhiuto e Amalia Bruni. Saranno 19 i consiglieri che siederanno per la prima volta a Palazzo Campanella; solo sei le donne nonostante il debutto del sistema della doppia preferenza (oltre alla candidata Presidente Bruni, anche Katya Gentile, Pasqualina Straface e Valeria Fedele di Forza Italia, Luciana De Francesco di Fratelli d’Italia e Simona Loizzo della Lega). Nonostante il buon risultato, 9.991 preferenze, non rientrerà in Consiglio Domenico Giannetta, candidato con Forza Italia.
La nuova maggioranza di centrodestra potrà quindi contare su 20 consiglieri. La maggior parte di questi, ben 7, provengono dalle file di Forza Italia (tra cui Gianluca Gallo, il più votato in regione con 21.692 preferenze e Michele Comito, primario di cardiologia dell’ospedale civile “Jazzolino” sponsorizzato dal senatore e coordinatore regionale Giuseppe Mangialavori e Giovanni Arruzzolo, presidente uscente del Consiglio regionale), 4 da Fratelli d’Italia (capitanati da Fausto Orsomarso, assessore al turismo uscente) e 4 dalla Lega (con il recordman di preferenza a Catanzaro, Filippo Mancuso). Infine, sono 5 i consiglieri eletti per le restanti liste della coalizione: Coraggio Italia (2 eletti tra cui Francesco De Nisi, ex sindaco di Filadelfia e già candidato con il PD), UDC (1 eletto) e Forza Azzurri (2 eletti), che ha eletto il Presidente del Consiglio comunale di Cosenza uscente Pierluigi Caputo con ben 11.571 preferenze.
Per quanto riguarda i partiti di opposizione, il centrosinistra, capeggiato dal candidato presidente giunto secondo, Amalia Bruni, è riuscito ad eleggere altri 7 consiglieri. La maggioranza della pattuglia fa riferimento al Partito Democratico (5 eletti),a cui appartiene il vicepresidente del Consiglio regionale uscente e, per un periodo tra i papabili candidati governatori, Nicola Irto, eletto con 10.333 preferenze e il sindaco di Soverato, Ernesto Alecci. Siederanno per la prima volta nella sua storia a Palazzo Campanella 2 eletti del Movimento 5 stelle che provengono dall’attivismo della prima ora: Davide Tavernise e Francesco Afflitto. A chiudere il cerchio i 2 eletti provenienti dal polo civico che sosteneva la candidatura di De Magistris, ovvero Antonio Lo Schiavo e Ferdinando Laghi della lista civica De Magistris Presidente.
Il Commento di Nomos
La tornata elettorale calabrese ha confermato al governo regionale il centrodestra, interrompendo la tradizionale “regola dell’alternanza” che ha fatto si che si avvicendassero al potere negli ultimi venti anni le due opposte coalizioni. A differenza dei rapporti di forza nazionali che vedono la crescita di Fratelli d’Italia, la stagnazione della Lega e l’arretramento di Forza Italia, in Calabria è stata propria la creatura di Berlusconi a trainare il consenso della coalizione, attestandosi sempre di più come partito a forte caratterizzazione meridionale. La conferma del centrodestra, inoltre, ribadisce il trend positivo delle ultime regionali che ha portato, in definitiva, anche alla scelta di Massimiliano Fedriga come Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome.
Nel centrosinistra, invece, dopo i numerosi conflitti per la scelta del candidato presidente che hanno portato ad una frammentazione dell’offerta politica d’area nella competizione regionale, si è assistito ad un passo indietro in termini di consensoper il Partito Democratico mentre il M5S, pur non guadagnando né perdendo voti, ha sfruttato a proprio vantaggio il sistema elettorale eleggendo per la prima volta nella sua storia suoi rappresentanti al Consiglio regionale. A giocare un ruolo decisivo, in ogni caso, al netto delle divisioni interne al centrosinistra, è stata la bassa affluenza alle urne che ha favorito, in un territorio caratterizzato storicamente da una debole identificazione partitica, l’impatto dei cosidetti “signori delle preferenze”, vale a dire la capacita di singoli esponenti politici di spostare pachetti di voti personali indipendetemente dall’appartenenza di partito.
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