Sembra non arrestarsi il momento d’oro del centrodestra nelle urne. Dopo le vittorie convincenti in Abruzzo, Sardegna, Basilicata e Piemonte, gli elettori incoronano ancora una volta la coalizione guidata da Matteo Salvini portando alla vittoria la senatrice leghista Donatella Tesei (57,6% dei voti). Non si è rivelata competitiva la candidatura civica promossa da Pd e M5S di Vincenzo Bianconi: il presidente di Federalberghi Umbria si è fermato al 37,5% dei voti. E’ andato molto male il candidato civico ed ex sindaco di Assisi Claudio Ricci che non è riuscito a trasformare la sua popolarità in consenso elettorale fermandosi al 2,6%. Gli altri cinque candidati alla presidenza delle regione hanno raccolto complessivamente circa il 2,3% dei voti. La vittoria della candidata leghista è importante anche dal punto di vista simbolico: nonostante i buoni risultati del centrodestra alle scorse Politiche per la prima volta da quando sono state istituite le Regioni, il Governatore non sarà un esponente proveniente da un partito di sinistra o centrosinistra. Da segnalare, inoltre, il dato dell’affluenza, in decisa ripresa rispetto alle scorse Regionali (+8%) e in leggero calo rispetto al risultato delle Europee (-3%).
Cadono tutte le roccaforti rosse. Il centrodestra stravince in Umbria
La coalizione di centrodestra ottiene una vittoria schiacciante superando il 57% dei suffragi ed ottenendo la maggioranza in quasi tutti i comuni umbri. Come già successo nelle ultime elezioni europee, la Lega recita la parte del leone con il 37% dei voti ottenendo la palma di partito di maggioranza relativa. Matteo Salvini sembra aver brillantemente superato il periodo di appannamento successivo alla caduta del Governo Conte I e certifica la sua leadership nel centrodestra. Risultato molto positivo anche per Fratelli d’Italia (10,4%) che consolida anche in Umbria il proprio consenso. Il partito di Giorgia Meloni ha quasi doppiato Forza Italia in una regione in cui solo cinque mesi fa il distacco era di un solo decimale. In difficoltà invece gli altri partiti della coalizione: Forza Italia si ferma al 5,5% in diminuzione anche rispetto al risultato delle Europee del 26 maggio (e la lista civica della Tesei al 3,9%: entrambi riescono ad eleggere solo un consigliere a testa. Umbria Civica (2%), invece, non riesce ad eleggere alcun rappresentante.
L’alleanza PD - M5S non paga. L’Umbria cambia colore
Il risultato in Umbria è certamente negativo per la coalizione di centrosinistra “allargato”. Vincenzo Bianconi, la cui campagna elettorale è iniziata solo un mese fa, non è riuscito nell’impresa di rimontare lo svantaggio accumulato nei confronti di Donatella Tesei. Il candidato unitario si attesta al 37,5% in ritardo di circa 20 punti percentuali. Per quanto riguarda i risultati dei partiti, tutta la coalizione fa registrare un risultato negativo: il PD ottiene il 22,3%, in diminuzione di quasi due punti rispetto al risultato delle Europee; il M5S cade malamente arrestandosi al 7,4%: è il peggiore risultato degli ultimi anni in questa regione, basti pensare che alle Regionali e alle Europee ottenne il doppio dei voti. Oltre a PD e M5S, l’unica lista ad andare a seggio è la civica Bianconi per l’Umbria che totalizza il 4%. Nulla da fare invece per Sinistra Civica Verde ed Europa Verde Umbria che rimangono sotto il 2% e non eleggono alcun consigliere.
Chi, invece, trae giovamento dal risultato umbro è Matteo Renzi che, avendo preso le distanze dall’operazione PD-M5S in tempi non sospetti, potrebbe rivendicare questa differenza. Al contrario sia Nicola Zingaretti sia Luigi Di Maio, ma anche Giuseppe Conte, avranno il loro da fare per evitare che l’esito delle elezioni regionali non si trasformi in un giudizio sulla tenuta del Governo.
In Umbria per le elezioni regionali è attualmente in vigore una legge elettorale introdotta nel gennaio 2010 e poi modificata nel febbraio 2015. È eletto governatore il candidato che ottiene la maggioranza relativa dei voti nel collegio unico regionale. A differenza delle elezioni amministrative, non è previsto un ballottaggio. In totale l’Assemblea legislativa è composta da 20 consiglieri regionali più il Presidente della Giunta. I seggi vengono assegnati in maniera proporzionale in base all'unica circoscrizione in cui viene divisa la regione. Per legge, chi vince le elezioni deve comunque avere almeno il 60% dei seggi in Consiglio regionale. Se questa soglia non viene raggiunta, vengono assegnati 12 seggi alla coalizione vincente con i restanti 8 seggi che saranno assegnati in maniera proporzionale alle liste che hanno superato la soglia di sbarramento del 2,5%, con un seggio che è riservato al secondo candidato governatore più votato. Infine non è ammesso il voto disgiunto, mentre un elettore può esprimere fino a due preferenze che però devono riguardare candidati di genere diverso della stessa lista (un uomo e una donna o viceversa), pena l’annullamento della seconda preferenza.
La composizione del Consiglio Regionale
In seguito allo spoglio nei 92 comuni dell’Umbria, è chiara la composizione del Consiglio Regionale. Nell’unica circoscrizione regionale sono stati eletti 20 consiglieri (a cui va aggiunto il seggio destinato al Presidente eletto). La maggioranza di centrodestra può contare su 13 consiglieri compresa anche Donatella Tesei, mentre i partiti all’opposizione potranno contare su 8 consiglieri.
Dei 13 consiglieri di maggioranza, ben 9 sono stati eletti con la Lega (compresa Donatella Tesei) tra cui ricordiamo il consigliere più votato in assoluto, il tifernate Valerio Mancini attuale Presidente della Lega Umbria e capogruppo della Lega in Regione (6.636 preferenze). Ottiene un ottimo risultato anche il consigliere comunale di Assisi, Stefano Pastorelli. Fratelli d’Italia elegge due consiglieri tra cui il consigliere regionale uscente Marco Squarta (6.130 preferenze). Solo un consigliere a testa per Forza Italia e Tesei Presidente.
Per quanto riguarda i partiti di opposizione, il centrosinistra, capeggiato dal candidato presidente giunto secondo, Vincenzo Bianconi, è riuscito ad eleggere altri 7 consiglieri, 5 del Partito Democratico tra cui Tommaso Bori, il più giovane candidato nelle liste del PD che ottiene 6.484 voti di preferenza. Solamente un seggio a testa, invece, per Movimento 5 Stelle e Bianconi per l’Umbria: per il partito guidato da Luigi Di Maio, è stato eletto Thomas De Luca che si presentò alle Comunali di Terni nel 2018 venendo sconfitto dall’attuale sindaco leghista Leonardo Latini; per la lista civica vicino a Bianconi, è entrato in consiglio regionale, Andrea Fora, ex presidente di Confcooperative Umbria e candidato del PD prima dell’accordo con il M5S.
Il Commento di Nomos
Il centrodestra riesce per la prima volta a strappare l’Umbria al centrosinistra. Un risultato per certi versi atteso (la Lega ha fatto il pieno di voti alle Politiche 2018 e alle Europee 2019 e diverse città di primo piano sono in mano al centrodestra) ma che simbolicamente ha un peso enome. L’alleanza stipulata tra PD e M5S di cui Dario Franceschini è un grande fautore sembra già sul punto di tramontare. Facendosi portavoce del pensiero di molti elettori sia dem sia grillini, Luigi Di Maio ha dichiarato che questa alleanza è impraticabile a livello locale. E’ presto per dire se si tratterà di un escamotage per tenere buona la base del partito oppure di una decisione a lungo termine.
In ogni caso, è fondamentale che PD, M5S e Italia Viva adottino una strategia chiara nei prossimi mesi. Al netto dei possibili ostacoli che troverà in Parlamento, infatti, il Governo Conte II rischia di incontrare delle serie difficoltà nelle prossime elezioni regionali. Per evitare ripercussioni negative sul Governo, sarà necessario un buon risultato soprattutto in regioni storicamente rosse come Emilia-Romagna e Toscana in cui oggi il centrosinistra non è sicuro della vittoria. In questo scenario sembra di cruciale importanza che i partiti di maggioranza costruiscano una strategia con una prospettiva politica chiara per non far passare il messaggio che si tratti solo di un tentativo estremo di bloccare l’avanzata del centrodestra che ora governa i due terzi delle regioni italiane. La coalizione a trazione leghista invece ha ricevuto una nuova conferma che il messaggio sovranista leghista funziona e tutto fa pensare che questa strategia, se portata avanti in modo coerente, potrebbe regalare altre soddisfazioni al polo di centrodestra.
Per quanto rigurda la tenuta del Governo, appurato che non sembrano esserci incentivi che spingono ad una sua prematura caduta, il premier con la foto di Narni ha indebolito leggermente la sua immagine. Per la prima volta, Giuseppe Conte ha partecipato “attivamente” ad un evento elettorale senza però aver portato un valore aggiunto. Il premier si è affrettatto nel dichiarare il valore locale della contesa elettorale umbra, quello che è certo è che questo risultato influirà in modo negativo sui rapporti tra i partner di governo. Non la situazione ottimale per Conte che dovrà gestire le trattative parlamentari su importanti provvedimenti a partire dal Decreto Fiscale fino ad arrivare alla Legge di Bilancio.
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