Continua la marcia inarrestabile del centrodestra che conquista la quarta regione consecutiva tra quelle che hanno rinnovato i loro organi politici nel 2019. Il neo eletto Presidente Alberto Cirio, in passato vice sindaco e consigliere comunale ad Alba con Lega Nord e con Forza Italia ed eurodeputato uscente con il partito di Berlusconi, conquista più del 49% dei voti, ottenendo una netta vittoria sul centrosinistra guidato dal Presidente uscente Sergio Chiamparino, che si ferma a poco più di 35% e che aveva incassato il 47% nelle elezioni regionali del 2014. Ennesima sconfitta del Movimento 5 Stelle che con Giorgio Bertola raggiunge solo il 13,62%. Fuori dai giochi invece Il popolo della famiglia, guidato dal professore universitario Valter Boero, che ottiene appena lo 0,73% dei voti non portando la sua lista a superare la soglia di sbarramento del 3%. In Piemonte, la partecipazione finale è stata del 63,34%, con un calo rispetto alle precedenti che videro un'affluenza del 66,43%.
Il Centrodestra stravince in Piemonte
Alberto Cirio diventa presidente del Piemonte vincendo nettamente e continuando il trend delle ultime elezioni regionali in cui ha sempre portato i propri candidati alla conquista della regione. In Piemonte, la coalizione di centrodestra raccoglie il 49,85% dei suffragi, sufficiente per avere una solida maggioranza in Consiglio regionale. La Lega conferma a livello regionale il successo ottenuto nelle contestuali elezioni europee dove ottiene il 34,3% risultando nettamente il primo partito in Piemonte. Tra i partiti più votati troviamo anche Forza Italia all’8,4% e Fratelli d'Italia al 5,5%, mentre non riescono a superare la soglia di sbarramento, l’UdC e la lista civica Sì Tav Sì Lavoro Per Il Piemonte, nata dalla sinergia tra Mino Giachino, ex Sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel governo Berlusconi IV, promotore della petizione online Sì Tav, e Gian Luca Vignale, fondatore della lista civica Piemonte nel cuore.
Il Centrosinistra viene sconfitto
Il centrosinistra, pur raggiungendo un buon risultato, soprattutto se paragonato alle Regionali degli ultimi mesi, non può essere sicuramente soddisfatto del risultato in quanto l’obiettivo dichiarato era confermare il presidente uscente Sergio Chiamparino che invece si ferma al 35,80% dei voti. All’interno della coalizione, il Partito Democratico la fa da padrone con il 22%, in diminuzione rispetto al 36% delle elezioni regionali del 2014. Tra le liste della coalizione di centrosinistra, non entrano in consiglio Demos, il partito dei cattolici popolari ed europeisti guidati a livello nazionale da Mario Giro e il movimento fondato da Federico Pizzarotti, Italia in Comune.
Non pervenuto il Movimento 5 Stelle
Come successo in tutte le ultime elezioni regionali, la notizia più rilevante è l’ennesima sconfitta del Movimento 5 Stelle a livello regionale. La débâcle del movimento, che ottiene in Piemonte poco più del 13% - riportando ben 8 punti percentuali in meno rispetto alle elezioni del 2014, dove si era attestato al 21% - è ancora più evidente se confrontata con il risultato delle Politiche del 4 marzo scorso. Il trend in calo è confermato dai risultati ottenuti nelle contestuali elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, il cui il Movimento totalizza il 17%.
La composizione del Consiglio Regionale
In seguito allo spoglio nei comuni piemontesi, sono stati proclamati i nuovi consiglieri che andranno a comporre il Consiglio Regionale. Il Consiglio sarà composto dal Presidente, dai dieci consiglieri assegnati come premio di maggioranza al Presidente pescando dal listino bloccato a lui collegato, e dai 40 consiglieri eletti su base provinciale di cui 22 per la provincia di Torino, 6 per la provincia di Cuneo, 3 per quella di Novara, 4 per quella di Alessandria e 1 per le province di Asti, Biella, Verbano – Cusio – Ossola e Vercelli. La maggioranza di centrodestra che appoggerà Alberto Cirio è composta da 32 consiglieri in aggiunta al neo eletto Presidente, mentre i partiti di opposizione potranno contare su 18 consiglieri, 13 per le liste di centrosinistra e 5 eletti con il Movimento 5 Stelle.
La maggior parte dei consiglieri di centrodestra, ben 23 provengono dalle file della Lega, mentre 6 da quelle di Forza Italia (compreso il Presidente Alberto Cirio) e 4 da Fratelli d’Italia. Nelle file della Lega, sono eletti il recordman di preferenze Fabrizio Ricca (oltre 4mila preferenze), l’ex deputato Stefano Allasia e il sindaco di Sestriere Valter Marin, probabile assessore.
Per quanto riguarda le opposizioni, il centrosinistra è riuscito ad eleggere 12 consiglieri compreso Sergio Chiamparino che però ha già annunciato le sue dimissioni in favore della scrittrice Elena Loewenthal di +Europa. Il Pd elegge 9 consiglieri, mentre ne eleggono uno ciascuno i Moderati, la civica di Chiamparino e LeU Verdi. Per il Pd entra, tra gli altri, il re dei trapianti Mauro Salizzoni che ha totalizzato più di 16mila preferenze, Daniele Valle, presidente della commissione cultura sostenuto dal senatore Mauro Laus (quasi 6 mila preferenze), e l’esordiente Monica Canalis, vicesegretaria del partito regionale, che ha raccolto molti consensi nel mondo cattolico e del volontariato e il sindaco di Alba, Maurizio Marello.
Il Movimento 5 Stelle elegge 5 consiglieri e sarà il terzo partito più rappresentato in Consiglio regionale. Tra gli eletti, il candidato presidente Giorgio Bertola, il consigliere regionale Francesca Frediani e l’ambientalista alessandrino Sean Sacco.
Il Commento di Nomos
La vittoria di Alberto Cirio in Piemonte consegna praticamente tutte le regioni del Nord Italia alla coalizione di centrodestra che ora potrà far pesare nei confronti del governo con maggiore forza le proprie istanze. Per costituire un “asse del Nord” omogeneo mancherebbe solamente l’Emilia Romagna che però andrà al voto nell’autunno 2019. In questo contesto, in virtù del grande risultato della Lega, il nuovo Governatore ha dichiarato di voler puntare sulla realizzazione della Tav, sull’accelerazione del processo di autonomia e su un diverso rapporto con l'Europa per quanto riguarda l’utilizzo dei fondi europei.
Sarà interessante vedere come si comporterà Alberto Cirio nei rapporti interni alla coalizione. Senza dubbio, la Lega si aspetta almeno 8 assessori e il Presidente del consiglio regionale, mentre a Forza Italia spetterebbero solo due assessori (come per FdI). In questo contesto, Alberto Cirio potrebbe decidere di seguire l’esempio di Giovanni Toti e avvicinarsi in modo organico alla Lega oppure cercare di mantenere una certa indipendenza. Infine, è da registrare l’abbandono della politica di Sergio Chiamparino che dopo la sconfitta ha deciso di lasciare il proprio seggio in consiglio regionale.
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