Dopo le elezioni regionali in Abruzzo, che hanno aperto le danze, il prossimo appuntamento elettorale vedrà coinvolta la Sardegna. Domenica 24 febbraio, i cittadini della regione si recheranno alle urne per eleggere il Presidente e il Consiglio regionale. I seggi resteranno aperti dalle 7 alle 22, ma lo spoglio comincerà lunedi mattina.

Il voto si svolgerà in un clima di forte tensione dovuto alla numerose manifestazioni di protesta da parte dei pastori, i quali minacciano di bloccare i seggi. Il motivo di questo malcontento è il prezzo del latte ovino e caprino, ritenuto troppo basso dagli allevatori: 60 centesimi al litro. Numerose sono state le contestazioni, tanto da richiamare l’attenzione del Governo e del Parlamento.

In questo contesto, sono sette, tutti uomini, i candidati che si sfideranno per succedere all’attuale Presidente Francesco Pigliaru (PD), il quale ha deciso di non proporsi nuovamento per questo incarico. I candidati sono Christian Solinas per il centrodestra, sostenuto, tra gli altri, da Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia ed Energie per l’Italia; Massimo Zedda, Sindaco di Cagliari, per il centrosinistra; Francesco Desogus che rappresenterà il Movimento 5 Stelle, che alle scorse elezioni aveva deciso di non schierare nessuno a causa delle spaccature interne; Mauro Pili, già candidato alle scorse elezioni, per Sardi Liberi; Paolo Maninchedda per il Partito dei sardi; Vindice Lecis per Sinistra Sarda e Andrea Murgia per Autodeterminatzione.

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Il sistema elettorale

L’attuale sistema elettorale regionale è stato approvato nel 2013 ed è già stato usato nelle Regionali del 2014. Il territorio regionale è stato diviso in otto circoscrizioni: Cagliari, che elegge 20 consiglieri, Carbonia-Iglesias (4), Medio Campidano (3), Nuoro (6), Ogliastra (2), Olbia-Tempio (6), Oristano (6) e Sassari (12). È eletto governatore il candidato che ottiene la maggioranza relativa dei voti nel collegio unico regionale. In base alla percentuale di preferenze ottenute dal candidato presidente vittorioso, le liste a lui collegate ottengono un premio di maggioranza. Se ottiene tra il 25% e il 40% dei voti, le relative liste ottengono la maggioranza dei seggi del Consiglio regionale pari al 55%. Nel caso in cui il candidato ottenga il 40%, la percentuale dei seggi sarà pari al 60%. Non viene assegnato un premio di maggioranza nel caso in cui in cui nessun candidato ottenga il 25% dei voti (oppure un candidato superi il 60%).

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La soglia di sbarramento è del 10% per le coalizioni e del 5% per le liste non coalizzate, mentre non è previsto uno sbarramento per le liste di una coalizione che supera la soglia. Inoltre la legge elettorale prevede la possibilità di un voto disgiunto e doppia preferenza di genere.

Centrodestra
(Partito Sardo d’Azione, Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Riformatori Sardi, UdC, Fortza Paris, Energie per l’Italia, Sardegna20Venti, Sardegna Civica, Unione dei Sardi)

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I partiti di centrodestra hanno deciso di affidare la candidatura unitaria a Presidente al Segretario nazionale del Partito Sardo d’Azione, Christian Solinas, che alle elezioni Politiche 2018 è stato eletto senatore della Repubblica nelle liste della Lega di Matteo Salvini. Il 42enne candidato è stato al vertice dell'ente regionale per il diritto allo studio universitario di Cagliari (Ersu), in qualità sia di Presidente sia di Commissario e Assessore ai Trasporti della Giunta di centrodestra guidata da Ugo Cappellacci. Solinas gode del sostegno di ben 11 liste: è appoggiato da tutto il centrodestra (Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia, Udc e Energie per l'Italia) e da una serie di liste civiche e autonomiste come il Partito sardo d'Azione, il Partito Uds-Unione dei sardi guidato dall’ex democristiano Mario Floris vicino all’ex presidente Cossiga ed assessore nella giunta di centrodestra presieduta da Ugo Cappellacci, gli autonomisti di Fortza Paris, Sardegna civica dell’ex consigliere regionale Franco Cuccureddu, i Riformatori Sardi dell’ex senatore Udc Massimo Fantola e Sardegna20venti capeggiata dal consigliere regionale forzista Stefano Tunis.

Centrosinistra
(Partito Democratico, Futuro Comune, LeU, Progetto Comunista, Noi la Sardegna, Campo Progressista Sardegna, Cristiano Popolari socialisti, Sardegna in Comune)

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Il centrosinistra ha scelto come candidato Presidente Massimo Zedda, attuale Sindaco di Cagliari. Nel 2007, insieme ad altri esponenti diessini, ha deciso di non partecipare alla fondazione del Partito Democratico, entrando in Sinistra Democratica poi confluita in Sel di Nichi Vendola. Nel 2011 si è candidato alle elezioni comunali di Cagliari, sconfiggendo al secondo turno l’esponente del centrodestra Massimo Fantola, diventando il nuovo Sindaco della città a capo di una coalizione di centrosinistra non a trazione PD (i cosiddetti sindaci arancioni). La carica è stata riconfermata alle elezioni comunali del 2016. In questa tornata elettorale, la coalizione di centrosinistra è composta dal Partito Democratico, Liberi e uguali, Campo progressista, Cristiano Popolari socialisti (alleanza tra il Psi e l’Unione popolare cristiana di Antonio Satta), le liste civiche Futuro comune con Massimo Zedda, Sardegna in comune con Massimo Zedda, Noi la Sardegna con Massimo Zedda e la lista di ispirazione comunista Progetto Comunista per la Sardegna.

Movimento 5 Stelle

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Il Movimento 5 Stelle ha rifiutato, come ormai da consuetudine, ogni forma di alleanza in previsione delle elezioni regionali in Sardegna. Dopo le consultazioni su Rousseau, la scelta finale del Movimento 5 Stelle è ricaduta su Francesco Desogus, funzionario del Settore Cultura, Istruzione e Servizi alla Persona a Cagliari. È stato lui il più votato alle Regionarie del Movimento, consultazione ripetuta in autunno dopo il passo indietro del vincitore della prima consultazione, l'ex sindaco di Assemini Mario Puddu, costretto a farsi da parte nell'ottobre scorso in seguito a una condanna per abuso d'ufficio. Nonostante goda di grande supporto da parte del Movimento, la sua vittoria alle Regionarie è stata incerta fino all’ultimo, in quanto lo sfidante Donato Forcillo ha ottenuto solo una trentina di voti in meno di Francesco Desogus.

Il Commento di Nomos

Le consultazioni elettorali sarde saranno un altro banco di prova importante in vista delle elezioni europee del 26 maggio. Tutte le attenzioni sono rivolte al M5S che rischia di perdere terreno sia rispetto al proprio partner di governo, sia rispetto al centrosinistra più che mai competitivo in questa regione. Si prospetta dunque una corsa a due tra il centrodestra di Solinas e il centrosinistra di Zedda con il segretario del Partito sardo d’azione favorito rispetto all’attuale sindaco di Cagliari. Incideranno sulla vittoria di uno dei due contendenti, anche i risultati delle liste minori che hanno deciso per la corsa solitaria. In particolare, Christian Solinas dovrà guardarsi da Mauro Pili, già deputato regionale dal 2006 al 2018 con il Pdl ora a capo di una lista indipendentista che comprende anche alcuni fuoriusciti del PSd'Az. Massimo Zedda invece dovrà guardarsi dall’indipendentista Paolo Maninchedda, ex assessore ai trasporti della giunta Pigliaru, a capo del Partito dei Sardi (2 seggi) e da Andrea Murgia, già candidato con il PD alle primarie regionali del 2014, che ha lasciato il partito a causa del referendum sulle trivelle e ora guida una lista formata da forze politiche autonomiste e di centrosinistra presenti con 3 seggi in consiglio regionale.

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