Le dichiarazioni certamente diplomatiche del Commissario europeo agli Affari economici Paolo Gentiloni in audizione sul PNRR nelle Commissioni riunite Bilancio e Politiche dell’UE di Camera e Senato del 2 marzo hanno delineato con precisione la situazione: nonostante le dichiarazioni di rito, Mario Draghi è alle prese con la riscrittura quasi completa del documento che, nella sua versione originaria, è stato bocciato da Banca d’Italia, Ufficio parlamentare di Bilancio(UPB) e Corte dei Conti. Il lavoro di affinamento del PNRR, fondamentale per poter accedere ai 209 miliardi del Recovery Fund all'interno del pacchetto Next Generation EU, dovrà essere celere per rispettare la scadenza del 30 aprile, termine ultimo per la presentazione del Piano a Bruxelles. La prima innovazione apportata da Draghi ha riguardato la governance per la definizione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: a differenza della struttura decisionale pensata da Giuseppe Conte il nuovo esecutivo ha promosso una governance accentrata, indicando chiaramente nel Ministero dell’economia di Daniele Franco il Ministero capofila nella gestione del Piano.
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