I big scendono in Campania per tirare la volata di Fico e Cirielli

Il centrodestra tenta la volata per Edmondo Cirielli in Campania e Giorgia Meloni potrebbe pure tornare, a ridosso del voto se si troverà una finestra compatibile in agenda, per sostenere il “suo” candidato, che magari non riuscirà a ribaltare l'esito di una competizione che partiva parecchio in salita ma di sicuro “non perderà male”, sono convinti i FdI. Certo si dovranno fare i conti con l'astensione, come continua a predicare Matteo Salvini e certo non aiuta il dibattito sugli “impresentabili” che continua a tenere banco mentre si registra un nuovo, piccolo, colpo di scena: prima aveva annunciato il ritiro e ora ritorna in campo Maria Rosaria Boccia, protagonista delle dimissioni da ministro della Cultura di Gennaro Sangiuliano, oggi capolista alle regionali per FdI. La Campania, insomma, si presenta come la più “nazionale” delle sfide del mini election day che il 23 e il 24 novembre chiuderà la tornata di regionali d'autunno.  E se l'esito pare scontato in Puglia e Veneto e servirà al massimo a misurare i pesi interni alle coalizioni, la corsa campana sarà quella dove invece si potrebbe registrare una rimonta degli sfidanti, che partono da poco più del 19% di cinque anni fa, misurando, è uno dei ragionamenti che si fa nel centrodestra, anche l'appeal della proposta del campo largo che starebbe peraltro valutando l'idea di un palco unitario a sostegno di Roberto Fico. Comunque andrà, dicono nelle file della maggioranza di governo, in Campania sarà un successo perché la distanza con il pentastellato ex presidente della Camera sarà di gran lunga inferiore a quella del 2020 con Vincenzo De Luca. Il candidato del centrosinistra peraltro è nel mirino da giorni, in particolare di FdI che ha confezionato pure un dossier ad hoc, per via delle vicende legate alla sua barca

Il centrodestra unito attacca dalla Puglia ed elogia la manovra 

La difesa della manovra e l'attacco trasversale alla Cgil, il plauso per la riforma della giustizia e l'enfasi sugli sforzi per la sanità pubblica, e poi le stilettate rivolte alle opposizioni e al governo locale: così i leader di centrodestra provano a tirare la volata al candidato della coalizione in Puglia Luigi Lobuono. Sul palco a Bari salgono la premier Giorgia Meloni, i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani e il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi. Tutti sottolineano l'unità del centrodestra. Poi ciascuno insiste sul proprio cavallo di battaglia: Salvini usa parole dure sui migranti, Tajani alza un muro per difendere la casa dalle tasse e la presidente del Consiglio parla dei risultati del suo esecutivo, a partire dalla legge di bilancio. La premier snocciola poi i dati sulla sanità e, nell'attaccare la “supponenza di una sinistra condannata ai margini”, sottolinea il consenso crescente del Governo. Quindi punge sul referendum sulla giustizia: “A chi pensa di mandare a casa Meloni con un no, dico mettetevi l'anima in pace. Arriviamo a fine della legislatura”. Il parterre s’infiamma quando Salvini lancia la bordata sui migranti. Il vicepremier azzurro, invece, sceglie l'elogio del centro e della componente moderata della coalizione, anche se non rinuncia ad attaccare “il sistema della sinistra”, fatto da “amici degli amici e clientele” e chiama al cambio di passo in Puglia. Ma sono i temi nazionali che accendono i sostenitori, a partire dalla battaglia sulla riforma della giustizia, su cui convergono tutti e quattro i leader. 

Legge di bilancio: in scadenza il termine per gli emendamenti

Maggioranza e opposizioni lavorano per completare gli emendamenti alla manovra; entro martedì 18 novembre dovranno indicare le 414 proposte di modifica segnalate, due giorni dopo è in calendario un nuovo vertice tra i leader della coalizione per fare il punto della situazione. L'impianto base del testo non verrà stravolto. Le risorse sono limitate e i correttivi si annunciano altrettanto ridotti. Il Mef ha chiarito che verranno prese in considerazione solo le ipotesi di modifica che non comportino variazione dei saldi di finanza. Il focus principale verterà su casafamigliafisco e imprese. Partiti e tecnici studiano le possibili fonti di finanziamento per le modifiche della legge di bilancio; alcune risorse, viene riferito, sarebbero state individuate. Nelle ultime giornate si sono fatte largo due ipotesi: una tassazione agevolata (al 12,5%, attualmente è al 26%) per chi scelga di rivalutare l'oro da investimento in proprio possesso, per favorire l'emersione dal sommerso; la misura secondo alcune stime potrebbe fruttare fino a 2 miliardi di euro. L'esecutivo, su input di FdI, sta studiando la fattibilità della norma sulla tassazione aggiuntiva per i pacchi sotto i 150 euro provenienti da Extra Ue, come tentativo di regolamentare il fast fashion, soprattutto quello proveniente dai produttori cinesi. Una delle proposte di revisione più attesa tra i partiti della maggioranza riguarderà la riduzione della cedolare secca sugli affitti a vocazione turistica. Attesa anche la variazione della norma sulla tassazione dei dividendi delle holding, per evitare un doppio prelievo con conseguente fuga dei capitali all'estero: un compromesso potrebbe essere quello di mantenere l'aliquota invariata per coloro che investono almeno 1 milione di euro l'anno. Nei vertici di maggioranza e Governo, nei giorni scorsi, sarebbe stato fatto presente che la misura sarebbe giudicata onerosa per le risorse disponibili. Il partito di via Bellerio proporrà anche dei testi in materia di sicurezza urbana. Tra le proposte di FI ce ne sarebbero alcune sull'Irap per le imprese industriali e sul cumulo delle compensazioni fiscali. Tra le proposte emendative dovrebbe figurarne una per sostenere la detassazione dei prodotti per gli animali domestici a vantaggio dei redditi bassi. FdI ha messo al centro dei suoi emendamenti casa, famiglia e fisco. Si starebbe lavorando su dei testi in materia di cumulo delle detrazioni. Probabile anche il rifinanziamento del fondo compreso nella legge sulla partecipazione dei lavoratori alle imprese

Scontro Meloni - Schlein e Conte sul Garante della Privacy

Opposizioni all'attacco sul Garante della PrivacyPdM5S e Avs chiedono l'azzeramento dell'authority, sostenendo che l'ultima puntata di Report avrebbe messo in luce conflitti d’interesse e criticità nella gestione, tali da non consentire la permanenza in carica del collegio. “Le inchieste giornalistiche di Report hanno rivelato un sistema gestionale opaco, caratterizzato da numerosi conflitti d’interesse e da una forte permeabilità alla politica” attacca Elly Schlein e le fa eco il presidente M5S Giuseppe Conte, illustrando in Aula alla Camera la mozione di M5S, Pd e Avs per la tutela della libertà di stampa. La replica arriva direttamente da Giorgia Meloni: “L'authority è eletta dal Parlamento, non abbiamo competenza sulla possibilità di azzerarla”, evidenzia la premier. Non solo: “Questo Garante è stato eletto durante il governo giallorosso”, quindi in “quota Pd e M5S”. 

Mattarella parla all’assemblea dell’Anci su astensionismo, natalità e fondi

Il Capo dello Stato chiude la prima giornata di lavori e inizia il suo discorso da quello che da sempre considera un grande problema per la nostra democrazia, l'astensionismo. Definisce “preoccupante” la flessione dell’esercizio del voto e ribadisce che “non possiamo accontentarci di una democrazia a bassa intensità”. L'inquilino del Colle, però, proprio di fronte ai sindaci, mette in guardia da possibili scorciatoie legate alle regole del gioco. “La rappresentatività è un'altra cosa e va perseguita e coltivata con grande determinazione”, è il messaggio che risuona mentre in Senato il disegno di legge Malan, incardinato in commissione Affari costituzionali, punta a rivedere proprio il meccanismo elettorale dei sindaci abolendo il ballottaggio per chi supera il 40% dei voti e introducendo un premio di maggioranza del 60% dei seggi, e mentre s’inizia a parlare di riforma della legge elettorale per le politiche. Anche su casa e natalità il Capo dello Stato fa un appello affinché ci sia un lavoro corale, incoraggiando politiche che possano aiutare le nuove famiglie, i giovani studenti, i lavoratori. Accorciare le distanze e includere sono i due concetti che per l'inquilino del Colle si impongono oggi come priorità: valgono per gli anziani che rischiano di restare esclusi dai servizi a causa dei progressi dell'AI, per le periferie, le aree interne o i piccoli borghi. Lo Stato deve essere presente ovunque. Mattarella definisce i Comuni, specialmente i più piccoli, “l’anticorpo dell’abbandono” e spinge perché vengano “messi nelle condizioni di essere un motore di vitalità e di ripartenza”. Per il Capo dello Stato è l’esistenza di servizi sanitari, finanziari, di istruzione, di trasporto pubblico che consente di assicurare la permanenza degli abitanti. Per assicurare questi servizi ai sindaci servono le risorse necessarie. 

Il centrodestra attacca Schlein: nessun taglio a Comuni in legge di bilancio

“Che nella legge di Bilancio approvata dal Cdm non ci siano nuovi tagli per i Comuni lo afferma anche il presidente dell'Anci Gaetano Manfredi”. Lo affermano in una nota i responsabili enti locali del centrodestra Pierluigi Biondi (FdI), Maurizio Gasparri(Fi), Stefano Locatelli (Lega), Mariastella Gelmini (Noi Moderati) e Antonio De Poli (UDC), a margine dell'assemblea nazionale Anci a Bologna. “La legge di Bilancio introduce, piuttosto, risorse aggiuntive e misure di sostegno concrete: incremento fino a 250 milioni di euro del fondo per i minori affidati a seguito di sentenze dell'autorità giudiziaria”. Previsto anche “il consolidamento del fondo da 60 milioni per i centri estivi; ampliamento a 112 milioni del fondo perequativo verticale; nuove norme di flessibilità sul fondo crediti di dubbia esigibilità”. 

È bagarre in Aula alla Camera tra Valditara e le opposizioni

Bagarre alla Camera sul ddl sul consenso informato e sull'educazione sessuale a scuola. Le proteste del centrosinistra sono esplose durante l'intervento in Aula del ministro Giuseppe Valditara che ha puntato il dito contro chi ha “sfruttato un tema delicato come i femminicidi” per attaccare il ddl, “vergognatevi”. La reazione delle minoranze è stata altrettanto accesa: urla e proteste contro il titolare dell'Istruzione per stigmatizzarne un atteggiamento definito irrispettoso. Dopo ore di braccio di ferro e mancate scuse, lo scontro parlamentare è sfociato in ostruzionismo da parte delle opposizioni che, non avendo ottenuto né la sospensione dell'esame, né il suo ritorno in Commissione, hanno iniziato ad intervenire in massa. La riunione dei capigruppo, accordata in serata, ha stabilito il seguito dell’esame. “Faremo in modo che” il ddl sul consenso informato “vada a slittare nelle settimane successive”, promettono dal M5S e c'è chi prospetta un rinvio addirittura a dicembre, visti in decreti in calendario. “È falso che impediamo l'educazione sessuale e affettiva nelle scuole”, aveva detto Valditara, rimarcando che nel disegno di legge si fa esplicito riferimento a quanto previsto dalle indicazioni nazionali. La dem Irene Manzi ha, invece, rimarcato come il divieto di educazione sessuale per le materne e le elementari nel provvedimento in esame ci sia eccome. Diversa la sorte delle medie che, in un emendamento correttivo presentato dalla Lega, sono state equiparate alle superiori: in entrambi i casi i progetti e le attività di questo genere saranno possibili, ma sarà richiesto il consenso informato dei genitori. 

Patto Meloni-Schlein sul consenso. Il Pd rilancia: ora obbligo educazione sessuale

Centrodestra e centrosinistra plaudono allo sforzo comune in Commissione Giustizia alla Camera dove ha preso forma l'emendamento bipartisan in materia di violenza sessuale. Rischierà la reclusione dai 6 ai 12 anni chiunque “fa compiere o subire atti sessuali a un’altra persona” senza “il consenso libero e attuale”. Insomma, il sesso senza consenso è stupro. Il consenso deve essere sempre liberamente espresso e revocabile, altrimenti si cade nella violenza sessuale. Dopo i frequenti contatti tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein sul tema, a firmare le modifica del testo sono le relatrici Michela Di Biase del Pd e Carolina Varchi di FdI. Il plauso arriva da quasi tutti i partiti dell'emiciclo, con il Pd in testa a rivendicare il risultato. E incalza con un riferimento alla polemica sul ddl Valditara. Dopo la bagarre di martedì con il Ministro, ci sono state nuove tensioni tra maggioranza e opposizioni: dopo una mattinata di ostruzionismo del centrosinistra, con una raffica d’interventi dei deputati volti a ritardare l'esame del provvedimento, la votazione degli emendamenti comincia ma viene poi rimandata a data da destinarsi. 

Tensione sulla riforma della giustizia. L’Anm dice no a confronto con Nordio

Tra critiche, polemiche e dichiarazioni, il quotidiano botta e risposta tra favorevoli e contrari alla riforma della giustizia resta teso. Il ministro Carlo Nordio evidenzia a ogni occasione la necessità di un dibattito il più possibile tecnico, ma le stoccate, arrivano anche dal ministero. “Inopportuna” la presentazione da parte dell'Anm del Comitato per il No in una sala della Cassazione, ribadisce il Guardasigilli. Nordio si dice comunque pronto al confronto con i promotori del No, ma in serata arriva la dichiarazione del presidente dell'Anm Cesare Parodi che chiude a questa ipotesi: “Non ritengo opportuna una mia partecipazione a confronti con il ministro Nordio”. 

Meloni difende il modello Albania: persi 2 anni ma funzionerà

“Quando entrerà in vigore” il nuovo Patto Ue su migrazione e asilo “i centri” in Albania “funzioneranno come dovevano funzionare dall'inizio”. Giorgia Meloni conta in un nuovo scenario comunitario per portare a pieno regime il meccanismo nato due anni fa dall'accordo con Edi Rama, rivendicato da entrambi nel primo vertice intergovernativo. Il premier albanese lo rifarebbe “cento volte” ma solo con l'Italia. E la presidente del Consiglio imputa i ritardi ai “tanti” che “hanno lavorato per frenarlo o bloccarlo”. Nel mirino ci sono anche gli stop ai rimpatri da parte dei Tribunali che non hanno considerato sicuri “Paesi come Bangladesh e Tunisia, che sono invece nella lista europea. Per le opposizioni è comunque “un fallimento”. Sono “800 milioni buttati per fare delle prigioni vuote”, attacca Elly Schlein e “la colpa è della presidente del Consiglio”. Intanto il Protocollo due anni fa ha aperto una nuova fase di relazioni fra Roma e Tirana, e Meloni rende merito alla sua controparte di “comportarsi già come una nazione Ue”. Il percorso di adesione partito nel 2009 dovrebbe concludersi nel 2030, entrando nella fase finale nel 2028, quando l'Italia avrà per i primi sei mesi la presidenza di turno dell'Unione

Vannacci attacca Diop: “Lì solo per tessera e pelle nera”. Polemiche

L'ultima “vannacciata” è per la vicepresidente della Regione Toscana Mia Diop, anche definita “una studentessa universitaria 23enne di origine senegalese”. Roberto Vannacci, che nella regione è stato il regista delle ultime Regionali per la Lega (crollata al 4,3%), attacca la numero due della giunta bis di Eugenio Giani ed ex consigliera comunale di Livorno e ne contesta le capacità. Per il vice di Matteo Savini, a Diop sono bastate “la sua tessera del partito (Pd) e la pelle nera”. A sua difesa si schiera Giani: “Da Vannacci espressioni non commentabili, provocatorie e assolutamente offensive”. Le parole del generale richiamano uno dei temi più sentiti dall'uomo del “Mondo al contrario”, quell'immigrazione per cui oggi invoca “l'assimilazione” riferita a tradizioni, lingua e doveri della patria che gli stranieri che vivono in Italia dovrebbero far propri. Dalla maggioranza cala il silenzio. Tacciono anche i leghisti che nei giorni scorsi avevano preso le distanze dal vicesegretario, Luca Zaia in testa. A sinistra, oltre alla condanna per “la macchia di fango” (per Filippo Sensi) e “la provocazione becera” (secondo Laura Boldrini) contro la giovane amministratrice, l'affondo è sulle responsabilità di Vannacci nel tonfo della Lega in Toscana. 

I sondaggi della settimana

Negli ultimi sondaggi realizzati dall’Istituto SWG il 10 novembre, tra i partiti del centrodestra Fratelli d’Italia scende al 31,3%.In seconda battuta, il Partito Democratico guadagna 0,3 punti, attestandosi al 22,2%. Terza forza nazionale il Movimento 5 Stelle che guadagna 0,2 punti e si attesta al 12,8%. Tra le altre forze del centrodestra, la Lega scende all’8,0%, mentre Forza Italia sale all’8,1%. Nella galassia delle opposizioni, AVS sale al 6,7%. I centristi vengono rilevati singolarmente con Azione(3,0%)IV (2,5%)+Europa (1,5%) e Noi Moderati (1,1%)

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La stima di voto per la coalizione di centrodestra (FdI, Lega, FI, Noi Moderati) segna -0,1% rispetto all’ultima rilevazione, scendendo al 48,5%. Il centrosinistra (Pd, All. Verdi Sinistra) registra il 28,9% delle preferenze; fuori da ogni alleanza, il M5S, guadagna 0,2 punti e si attesta al 12,8%. A chiudere il Centro che registra un risultato con segno negativo di 0,3 punti, scendendo al 7,0%.

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  1. I big scendono in Campania per tirare la volata di Fico e Cirielli
  2. Il centrodestra unito attacca dalla Puglia ed elogia la manovra 
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