Lega primo partito, M5S in crisi e Pd in risalita

Le elezioni europee del 26 maggio segnano la grande vittoria della Lega di Matteo Salvini che raggiunge il 34,3% dei voti e la sconfitta del partner di governo grillino che si ferma al terzo posto con il 17% ribaltando il risultato delle Politiche dell’anno scorso. Positivo il risultato del Partito Democratico che raggiunge la seconda piazza attestandosi al 22,7% dei voti in netta crescita rispetto al 18% ottenuto alle scorse Politiche. Riescono ad eleggere dei deputati anche Forza Italia e Fratelli d’Italia che finiscono lontani di un paio di punti attestandosi rispettivamente all’8,8% e al 6,5%. Per il partito di Silvio Berlusconi, si tratta di una sconfitta dopo il 14% delle scorse Politiche. 

Ne giova Giorgia Meloni che porta il suo partito a crescere di più di 2 punti percentuali rispetto alle votazione dello scorso 4 marzo. Situazione negativa per le liste rimaste sotto alla soglia del 4%: +Europa si ferma al 3,1%, Europa Verde al 2,3% e La Sinistra all’1,7%. Infine, grazie al collegamento strategico con FI e al risultato nel Nordest, l’Svp riesce ad eleggere un deputato europeo. Per quanto riguarda invece l’affluenza, il dato dell’Italia è in controtendenza rispetto alla crescita registrata nel resto della Ue, la cui media è stata comunque pari al 51%, e registra una leggera flessione dal 58,69% del 2014 al 56,10% di questa tornata. Nei territori, l'affluenza più alta è stata registrata in Umbria (67,7%) ed Emilia-Romagna (67,3%), la più bassa in Sardegna (36,25%) e in Sicilia (37,51%).  

I prossimi passi di Salvini

La vittoria leghista ribalta completamente i rapporti di forza all’interno dell’esecutivo e mette il M5S nella non facile posizione di dover esaudire le richieste dell’alleato. Nell’immediato post elezione, Matteo Salvini ha specificato che non chiederà un rimpasto di governo però è facile pensare che vi sarà qualche cambiamento all’interno dell’esecutivo. Quello che sicuramente cambierà, sarà l’agenda di governo. Il leader del Carroccio ha già specificato di attendersi un’accelerazione sui temi della riforma del fisco, sicurezza, immigrazione, autonomia, grandi opere, ecc. Per quanto riguarda il fronte europeo, invece, Matteo Salvini ha dichiarato che la Lega indicherà il prossimo commissario europeo, da scegliersi tra quello all’agricoltura, commercio o concorrenza.

In Europa, i sovranisti non sfondano

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Nei restanti paesi europei, la situazione è composita: i movimenti sovranisti (Brexit Party di Nigel Farage e Fidesz del premier Viktor Orban) vincono in Gran Bretagna e Ungheria ma deludono in Austria e Olanda dove l’FPO arriva terzo dietro popolari e socialdemocratici e il Pvv di Geert Wilders si ferma solo al 3,5%. Al contrario in Spagna, Portogallo e Svezia, le forze europeiste si impongono portando alla vittoria i socialisti con i popolari al secondo posto. Discorso simile in Germania dove la Merkel, pur perdendo terreno, arriva prima seguita dai Verdi che fanno il pieno dei voti a scapito sia della Cdu sia del Spd. In Francia, l’alleata di Salvini, Marine Le Pen, vince le elezioni seguita a poca distanza da En Marche del presidente Macron. Nel complesso, comunque, il nuovo Parlamento europeo sarà nettamente sbilanciato a favore delle forze politiche di impronta europeista. Secondo le ultime proiezioni, al Partito popolare andranno 177 seggi, ai Socialisti e Democratici 147, ai Liberali 101. I Verdi ne prenderebbero 69, i Conservatori Ecr 59 mentre il gruppo della Lega di Salvini avrebbe 57 seggi e il gruppo dei Cinque Stelle e di Farage 56 seggi (anche se questa alleanza probabilmente non continuerà perché Farage è corteggiato da Salvini). La Sinistra Gue otterrebbe 42 seggi. 

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Speciale Europee 2019 - i risultati



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