Nonostante i ripetuti tentativi di riforma della legge elettorale durante la XVIII legislatura, il sistema che verrà impiegato nelle elezioni politiche del 25 settembre 2022 sarà quello approvato a fine 2017 dal Governo Gentiloni e già utilizzato nel 2018: il Rosatellum.
La principale differenza rispetto al 2018, oltre ad un’offerta politica sensibilmente rinnovata, è dovuta al risultato del referendum costituzionale del 2020 che ha confermato la riduzione di un terzo del numero dei parlamentari alla Camera (da 630 a 400) e al Senato (da 315 a 200). Queste novità, comunque, non cambiamo la sostanza delle regole del gioco, vale a dire, un sistema elettorale misto che prevede l’elezione del 36% dei seggi tramite collegi uninominali maggioritari e il restante 64% con metodo proporzionale a cui si applicano alcune soglie di sbarramento (le principali sono, a livello nazionale, il 3% per le liste e il 10% per le coalizioni), l’assenza di voto disgiunto e le liste bloccate corte (con assenza del voto di preferenza a parte che per la circoscrizione Estero).
Per l’occasione, Nomos Centro Studi Parlamentari ha realizzato uno speciale sul sistema elettorale delle elezioni politiche 2022, con le sue caratteristiche e i suoi effetti sulle scelte dei partiti. Inoltre, all’interno del sito è attiva una pagina dedicata alle elezioni politiche, per seguirle passo passo senza perdere nulla.
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