Il contesto

Dopo l’Election Day del 26 maggio in cui si è votato per le Europee, per le Amministrative e per due suppletive della Camera, le elezioni regionali in Umbria sono il primo test elettorale che la nuova maggioranza affronterà. Chiamati al voto un anno prima della naturale scadenza della giunta a causa delle dimissioni di Catiuscia Marini in seguito agli scandali nella sanità che hanno riguardato la sua giunta, gli oltre 700mila cittadini umbri si recheranno alle urne per l'elezione del nuovo governatore e il rinnovo del consiglio regionale dalle 7 alle 23 di domenica 27 ottobre. La contesa elettorale è stata molto “nazionalizzata” sia da Matteo Salvini che punta a prendersi una rivincita dopo la caduta del Governo Conte I, sia da PD e M5S che testano per la prima volta un’alleanza organica di centrosinistra allargato che potrebbe essere riproposta anche in altri contesti.

I candidati che si sfideranno per guidare la regione sono: la senatrice leghista Donatella Tesei sostenuta dal centrodestra unito (Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia) e da due liste civiche (Umbria Civica e Tesei Presidente); il civico di centrosinistra Vincenzo Bianconi, a capo di una coalizione formata da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Europa Verde e da due liste civiche (quella di Bianconi e una che raccoglie l’associazionismo di sinistra); l’ex sindaco di Assisi Claudio Ricci, appoggiato da tre liste civiche di ispirazione centrista (Proposta Umbria, Italia Civica e Ricci Presidente). Chiudono il cerchio altri cinque candidati: Emiliano Camuzzi appoggiato da Potere al Popolo e Pci, Rossano Rubicondi del Partito comunista, l’antisovranista Martina Carletti di Riconquistare l’Italia, l’ex generale dei Carabinieri Antonio Pappalardo (a capo dei Gilet arancioni) e il pittoresco Giuseppe Cirillo detto Dr. Seduction con il Partito delle buone maniere.

Centrodestra – Donatella Tesei

(Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Umbria Civica e Tesei Presidente per l’Umbria)

La coalizione di centrodestra si presenta unita alla contesa elettorale candidando la senatrice leghista Donatella Tesei che aveva lanciato la candidatura sul territorio da diversi mesi. L’ex sindaco di Montefalcone (PG) per due mandati (2009-2019) e attuale presidente della Commissione Difesa del Senato è appoggiata da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e due liste civiche. La prima, Tesei Presidente per l’Umbria, è composta dai fedelissimi della senatrice leghista mentre la seconda, Umbria Civica, cerca di ripetere l’exploit delle Comunali a Perugia in cui questa lista giocò un ruolo importante nella rielezione del forzista Andrea Romizi. Guidata da Nilo Arcudi, già vicesindaco di Perugia con Wladimiro Boccali (PD) e con Andrea Romizi (FI), è la lista più centrista della coalizione ed è composta dai delusi dal centrosinistra e da esponenti liberal-riformisti e socialisti.

Centrosinistra – Vincenzo Bianconi

(Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Europa Verde, Bianconi per l’Umbria e Sinistra Civica Verde)

Vincenzo Bianconi, imprenditore di Norcia e Presidente di Federalberghi Umbria è il candidato del centrosinistra allargato al Movimento 5 Stelle che per la prima volta si presentano da alleati ad una elezione regionale. La candidatura di Bianconi è frutto dell’accordo tra M5S e PD all’indomani della nascita del Governo Conte II. I dem precedentemente avevano candidato il presidente di Confcooperative Andrea Flora, mentre i grillini avevano contattato il sindaco di Assisi Stefania Proietti e la presidente dell’Istituto Serafico Francesca Di Maolo. Il candidato civico è appoggiato, oltre che da PD e M5S, anche da Europa Verde che annovera al proprio interno alcuni esponenti del Movimento delle idee e del fare, una lista che comprende esponenti dell’associazionismo progressista umbro, e da due liste civiche. La lista Bianconi per l’Umbria è guidata da Andrea Fora e comprende tutta una serie di personalità vicine al candidato governatore del centrosinistra, mentre Sinistra Civica Verde nasce dalla “fusione” di alcune sigle della sinistra umbra.

Coalizione Civica – Claudio Ricci

(Proposta Umbria, Italia Civica, Ricci Presidente)

Ingegnere dei trasporti e consigliere regionale uscente, Claudio Ricci si ricandida a Presidente della Regione dopo la sconfitta di misura di quattro anni fa quando l’ex sindaco di Assisi fu appoggiato dal centrodestra nella sua corsa a Palazzo Donini. In questa tornata elettorale la sua candidatura è sostenuta da una coalizione interamente civica, la prima in cinquant’anni di Consiglio regionale dell’Umbria. La coalizione è composta da tre movimenti: Ricci Presidente, Italia Civica e Proposta Umbria. La prime due nascono dall’esperienza di tre liste che hanno partecipato alle Regionali 2015 mentre Proposta Umbria è espressione del mondo delle professioni e dell’associazionismo cattolico.

Il Commento di Nomos

Il risultato del voto in Umbria avrà una notevole valenza nazionale. In campagna elettorale si è parlato ovviamente dei temi regionali (in particolare, lavoro, salute, digitalizzazione PA e rilancio dell’aeroporto di Perugia), ma il vero dibattito si è polarizzato intorno ai leader nazionali. In questo contesto, le Regionali in Umbria saranno il primo test sulla tenuta del Governo e sulla fattibilità dell’alleanza organica tra PD e M5S.

Matteo Salvini, forte dei sondaggi che danno Donatella Tesei in vantaggio su Vincenzo Bianconi (tra i 5 e i 10 punti percentuali), ha scommesso sull’incapacità dell’esecutivo di reggere di fronte ad una sconfitta mentre i leader di maggioranza, a partire dal premier Conte, hanno cercato di scindere le due questioni. Quello che è certo è che una vittoria della Lega in una regione storicamente “rossa” (anche se attualmente il centrodestra esprime i sindaci di Perugia, Terni, Foligno e Spoleto) sarebbe simbolicamente importante e aprirebbe la strada alla possibilità per il centrodestra di contendere anche l’Emilia-Romagna e la Toscana l’anno prossimo. Una vittoria di Bianconi sarebbe, d’altro canto, un primo importante segnale della bontà dell’alleanza tra PD e M5S anche se Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio hanno affermato più volte la natura temporanea dell’accordo. Ed è proprio l’elemento più importante di questa tornata elettorale: i molti, a partire dal ministro Dario Franceschini, che pensano che questa alleanza possa rendere contendibile la leadership del paese, al momento saldamente in mano al centrodestra a trazione leghista, devono fare i conti con chi la pensa diversamente: ha fatto rumore l’assenza a Narni di Matteo Renzi e di Italia Viva nell’unico evento in cui erano presenti tutti i leader dei partiti di maggioranza.

Non si tratta però solo di un referendum pro o contro il Governo. La politica regionale conta. Non dimentichiamo che la giunta guidata da Catiuscia Marini è caduta prima della scadenza del mandato per presunti illeciti nelle assunzioni nel sistema sanitario umbro e questo avrà sicuramente un peso nelle scelte di voto degli elettori. Inoltre, la presenza di un candidato civico forte come Claudio Ricci, potrebbe risultare decisiva ai fini della vittoria di uno dei due principali contendenti. Sarà interessante vedere se la sua popolarità all’interno della regione verrà convertita in voti soprattutto alla luce di un sistema elettorale che premia con il 60% dei seggi la coalizione o la lista che prende un voto in più degli altri.

Il sistema elettorale

In Umbria per le elezioni regionali è attualmente in vigore una legge elettorale introdotta nel gennaio 2010 e poi modificata nel febbraio 2015. È eletto governatore il candidato che ottiene la maggioranza relativa dei voti nel collegio unico regionale. A differenza delle elezioni amministrative, non è previsto un ballottaggio. In totale l’Assemblea legislativa è composta da 20 consiglieri regionali più il Presidente della Giunta.elezioni-umbria-2.PNG

 

I seggi vengono assegnati in maniera proporzionale in base all'unica circoscrizione in cui viene divisa la regione. Per legge, chi vince le elezioni deve comunque avere almeno il 60% dei seggi in Consiglio regionale. Se questa soglia non viene raggiunta, vengono assegnati 12 seggi alla coalizione vincente con i restanti 8 seggi che saranno assegnati in maniera proporzionale alle liste che hanno superato la soglia di sbarramento del 2,5%, con un seggio che è riservato al secondo candidato governatore più votato. Infine non è ammesso il voto disgiunto, mentre un elettore può esprimere fino a due preferenze che però devono riguardare candidati di genere diverso della stessa lista (un uomo e una donna o viceversa), pena l’annullamento della seconda preferenza.

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Speciale Regionali 2019 le elezioni in Umbria - 25 ottobre