In contemporanea con il primo turno delle elezioni amministrative per l’elezione dei sindaci di numerosi comuni e le elezioni suppletive in programma a Roma e Siena, quasi due milioni di cittadini calabresi si recheranno alle urne i giorni 3 e 4 ottobre 2021 per l'elezione del nuovo Presidente e il rinnovo del consiglio regionale.

Si tratta di elezioni anticipate, indette in seguito alla scomparsa, avvenuta il 15 ottobre scorso, di Jole Santelli, l’esponente di Forza Italia che aveva vinto le Regionali nel gennaio 2020. In base allo Statuto della Regione Calabria le nuove elezioni si sarebbero dovute svolgere entro 60 giorni ma, a causa dell’emergenza Covid, sono state più volte rimandate e quella che avrebbe dovuto essere una presidenza ad interim e di breve durata per il vicepresidente leghista Antonino Spirlì si è trasformata in un’esperienza di governo di quasi un anno.

Mesi di faticosi negoziati tra i partiti hanno infine prodotto quattro candidature: 

  • il capogruppo alla Camera di Forza Italia Roberto Occhiuto sarà il candidato della coalizione di centrodestra che comprende Lega, Fratelli d’Italia, Coraggio Italia, UdC, Noi con l’Italia e la lista civica Forza Azzurri;
  • la neurologa di fama internazionale Amalia Bruni sarà la candidata del centrosinistra, appoggiata da Partito Democratico e Movimento 5 stelle, ai quali si sono aggiunti il Partito Socialista ed Europa Verde e alcune liste civiche (Tesoro Calabria, Democrazia popolare animalisti e Amalia Bruni Presidente); 
  • il sindaco di Napoli uscente Luigi de Magistris sarà sostenuto dal suo movimento DeMa e da cinque liste civiche: De Magistris Presidente, Uniti con de Magistris, Per la Calabria con De Magistris, Calabria Resistente e Solidale, di cui fanno parte esponenti della sinistra radicale, e Un’altra Calabria è possibile, sostenuta da Sinistra Italiana;
  • l’ex governatore ed esponente storico della sinistra calabrese Mario Oliverio concorrerà sostenuto esclusivamente dalla lista civica Oliverio Presidente per la Calabria. 

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Centrodestra – Roberto Occhiuto

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(Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Coraggio Italia, UdC, Noi con l’Italia, Forza Azzurri – Occhiuto Presidente)

Non senza alcune tensioni interne, la coalizione di centrodestra è riuscita a convergere sulla candidatura del forzista Roberto Occhiuto, fratello del Sindaco di Cosenza Mario e storico esponente del centrodestra cosentino. Una candidatura inizialmente osteggiata da Matteo Salvini, la cui volontà era quella di candidare il suo fedelissimo Nino Spirlì, ma che ha ripreso vigore grazie alla spinta di Forza Italia e alla necessità di mantenere intatti gli equilibri coalizionali. 

Proprio con questo proposito, i partiti della coalizione avevano indicato come eventuale vicepresidente lo stesso Spirlì ma questo accordo siglato in estate ha recentemente suscitato alcune perplessità. Negli ultimi giorni prima del voto, infatti, svariati esponenti di tutto il centrodestra hanno chiesto di rimettere in discussione l’accordo a partire dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che, forte della crescita nei sondaggi a livello nazionale, ha chiesto di decretare l’assegnazione della vicepresidenza in base al risultato elettorale delle singole liste. Una posizione condivisa anche da Maurizio Lupi (Noi con l’Italia), Pietro Molinaro, candidato al Consiglio Regionale nella lista della Lega, e Antonello Talerico, presidente degli avvocati catanzaresi e candidato con Forza Italia. 

Il centrodestra arriva quindi a questo appuntamento elettorale con alcune questioni aperte figlie delle tensioni a livello nazionale ma ciononostante si presenta al completo: Forza Italia, partito del candidato presidente e storicamente radicato nella regione; la Lega è entrata per la prima volta in consiglio regionale nel 2020 e desiderosa di riaffermarsi; Fratelli d’Italia, per cui sarà decisiva a livello di consenso l’area di Catanzaro dell’ex Presidente della provincia e ora deputata Wanda Ferro; Coraggio Italia, al quale ha recentemente aderito il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo; i cristiano democratici dell’Udc, tra le cui fila spicca la presenza di Sinibaldo Esposito, capace di raccogliere oltre diecimila preferenze nell’ultima tornata elettorale regionale; Noi con l’Italia, che nella circoscrizione nord schiera Fulvio Campanaro, imprenditore e volto molto noto a Cosenza. A chiudere il cerchio, la civica Forza Azzurri che presenta al proprio interno i fedelissimi di Occhiuto, tra cui Pierluigi Caputo, consigliere regionale uscente ed ex presidente del consiglio comunale di Cosenza.

Centrosinistra – Amalia Bruni

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(Partito Democratico, Movimento 5Stelle, PSI, Europa Verde, Tesoro Calabria, Amalia Bruni Presidente e Dpan)

Colpi di scena e imprevisti hanno caratterizzato le trattative per l’indicazione del candidato presidente del centrosinistra. Solamente nel luglio scorso, è stata ufficializzata la candidatura di Amalia Bruni, direttrice del Centro Regionale di Neurogenetica di Lamezia Terme (CZ), nota in particolare per i suoi studi sulla comprensione dei meccanismi dell’Alzheimer e alla primissima esperienza in politica. 

Inizialmente, il Partito Decmoratico sembrava deciso a sostenere Nicola Irto, membro della segreteria nazionale e vicepresidente del Consiglio regionale, ma la sua candidatura è stata affossata dai veti dei grillini. In un secondo momento, i vertici del PD calabrese hanno varato la candidatura di Enzo Ciconte, tra i maggiori esperti di mafia del panorama accademico italiano. La sua designazione ha ricevuto però lo stop dei due leader Enrico Letta e Giuseppe Conte, segnale soprattutto in casa Dem di una profonda frattura tra la segreteria nazionale e il tessuto politico locale. Le due principali anime dell’ex Governo giallorosso avevano poi raggiunto un accordo su Maria Antonietta Ventura, imprenditrice e presidente del Comitato regionale per l’Unicef, poi ritiratasi a causa delle voci riguardo un’interdittiva antimafia che avrebbe colpito un’azienda operante nel settore degli appalti ferroviari riconducibile alla sua famiglia. Infine, la scelta è ricaduta su Amalia Bruni, in linea con la volontà dei vertici romani di PD e M5S che hanno sempre sostenuto l’idea di candidare un figura proveniente dalla società civile.   

A sostegno della candidatura della scienziata, oltre ai due principali partiti, ci saranno anche il Partito Socialista e gli ambientalisti di Europa Verde. A chiudere il cerchio tre liste civiche: Amalia Bruni Presidente, che tra i candidati consiglieri ha numerosi sindaci, gli animalisti della lista Partito Animalista-Democratici e Progressisti e Tesoro Calabria di Carlo Tansi. L’ex capo della Protezione civile regionale in grado di ottenere il 7% da candidato presidente alle elezioni del 2020 alla testa di una coalizione civica anticasta nata in polemica con la gestione dell’ex governatore Oliverio, aveva inizialmente appoggiato De Magistris ma a causa di contrasti di vedute sulla selezione dei candidati ha deciso in pochi giorni di abbandonarlo per poi confluire nella coalizione di centrosinistra.   

Sinistra – Luigi De Magistris

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(DeMa, De Magistris Presidente, Uniti con De Magistris, Per la Calabria con De Magistris, Calabria Resistente e Solidale, Un’Altra Calabria è Possibile)

L’ex pm di Catanzaro ed ex europarlamentare dell’Italia dei Valori e attuale sindaco uscente di Napoli Luigi de Magistris è stato il primo ad ufficializzare nel gennaio 2021 la propria candidatura, anche in seguito ad una campagna di raccolta firme a suo sostegno che ha coinvolto circa trecento tra intellettuali, professionisti e artisti. Guiderà una coalizione di stampo civico ma con rilevanti connotazioni di sinistra, composta, oltre che dal suo movimento  DemA, da altre cinque liste civiche. Tra queste, Un’altra Calabria è possibile, dell’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, celebre per il suo approccio nella gestione dei rifugiati politici e immigrati in genere, che correrà come capolista in tutte e tre le circoscrizioni. Anna Falcone, affermata avvocatessa cassazionista ed ex candidata alle politiche del 2013 con Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia, sarà invece l’eventuale vicepresidente dopo l’abbandono in corso d’opera di Carlo Tansi.

Indipendente – Mario Oliverio

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(Oliverio Presidente per la Calabria)

Sostenuto esclusivamente dalla sua lista civica, Mario Oliverio ha messo in pratica ciò che aveva minacciato di fare nel 2020 quando non era stato ricandidato dal PD a causa degli scandali giudiziari a lui legati. Dopo le aspre critiche rivolte al suo partito riguardo alle modalità della scelta della candidatura di Amalia Bruni e tramontata l’ipotesi di un’alleanza con De Magistris, il 16 agosto scorso ha deciso di concorrere in solitaria, andando di fatto a provocare una grossa spaccatura all’interno del PD calabrese. Tra i componenti della lista spiccano numerose figure legate al centrosinistra regionale come, ad esempio, l’ex assessore regionale Maria Francesca Corigliano, capolista nella circoscrizione Nord, e l’ex deputato PD nella precedente legislatura Bruno Censore, capolista nella circoscrizione Centro. 

Il sistema elettorale

L’attuale legge elettorale in Calabria è stata modificata nel settembre 2014 in seguito ai rilievi di costituzionalità mossi dal Governo Renzi sulla legge precedentemente approvata. L’impianto prevede un assetto proporzionale con diverse soglie di sbarramento per l’accesso al Consiglio Regionale ed un premio di maggioranza fissato al 55%. L’elettore avrà a disposizione un’unica scheda con cui potrà eleggere sia il Presidente della Giunta regionale sia il Consiglio. Viene eletto il candidato Presidente che otterrà la maggioranza relativa dei voti. Per quanto riguarda l’elezione del Consiglio regionale (composto da 30 seggi in aggiunta al seggio assegnato al Presidente della Giunta regionale), l’80% dei seggi (24 seggi) è ripartito proporzionalmente in 3 circoscrizioni: Calabria Nord (Cosenza), Calabria Centro (Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia), e Calabria Sud (Reggio Calabria). Per essere ammessi alla ripartizione dei seggi, ogni lista (sia coalizzata sia non coalizzata) deve comunque ottenere almeno il 4% dei voti nell’intera regione, mentre le coalizioni l’8%.

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La legge elettorale prevede inoltre alcuni meccanismi per garantire una maggioranza stabile in Consiglio (i 6 seggi del cd. “premio di maggioranza”). Viene eletto consigliere regionale anche il miglior candidato perdente alla carica di Presidente di Regione. Con la legge elettorale vigente, inoltre, non è prevista la possibilità di esprimere una doppia preferenza, vincolando il voto ad un unico candidato. In aggiunta, non è previsto il voto disgiunto, ovvero non vi è la possibilità di votare un candidato Governatore e una lista ad esso non collegata. 

Il Commento di Nomos

I pronostici della vigilia sembrano tutti per Roberto Occhiuto, come confermato anche dai sondaggi circolati prima del silenzio elettorale. A rendere solida la sua posizione è l’unità tra le forze politiche di centrodestra. Viste le continue fibrillazioni, il piano di competizione più significativo sarà quello interno alla coalizione, decisivo, dopo essere stata recentemente rimessa in discussione l’assegnazione della vicepresidenza a Nino Spirlì, proprio per l’attribuzione di tale carica: se la giocheranno Lega e Fratelli d’Italia, che partono da un livello di consenso delle scorse elezioni regionali molto simile (12,2% e 10,8%). 

Nel centrosinistra, invece, si è assistito a numerosi conflitti intestini che lo hanno portato a presentarsi con tre candidati presidenti d’area nella competizione regionale. Gli appelli all’unità non sono riusciti a porre in secondo piano i personalismi, sintomo anche di una distanza, soprattutto in casa Partito Democratico, tra dirigenza centrale e livello territoriale che continua a dilatarsi. Ciononostante, PD e M5S sono riusciti a convergere sul nome di Amalia Bruni, che dovrà probabilmente prestarsi a fare il parafulmine della prevedibile sconfitta, ma che sarà espressione di quell’alleanza che i due partiti stanno cercando in tutti i modi di consolidare in vista delle elezioni politiche del 2023. 

Ruolo tutt’altro che marginale sarà svolto dai cosidetti “signori delle preferenze” che riescono a raccogliere un consenso personale più cospicuo e duraturo rispetto ai partiti, grazie alla relazione di tipo personalistico che viene instaurata direttamente con l’elettore. Tale dinamica è favorita dal contesto calabrese (e meridionale più in generale) in cui si è verificata una scarsa identificazione partitica che ha lasciato il campo alla proliferazione di rapporti personali. Da non sottovalutare anche l’elemento della territorialità, tendente a spingere il consenso dell’elettorato verso i candidati del proprio territorio d’appartenenza indipendentemente dall’appartenenza partitica. 

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Speciale Elezioni Regionali Calabria - 28 settembre 2021