Il 2018 porta con sé una importante innovazione per quanto riguarda il finanziamento della politica. Sono cessate le erogazioni dei rimborsi elettorali, ciò che ha rappresentato fino ad oggi la principale fonte di finanziamento per i partiti politici.
A questo punto è inevitabile per il mondo politico rivolgersi a quello privato, favorendo una dialettica pragmatica e coerente rispetto agli interessi e alle necessità delle aziende, ma anche dei partiti.
È quindi arrivato il momento (anche) in Italia di porsi il tema del finanziamento della politica. Il declino del finanziamento pubblico, la nuova legislazione e la spinta a un’innovazione culturale pongono con forza questo tema, a cui ciascuna azienda dovrà dare una propria risposta. Questa breve nota ha l’obiettivo di fornire un quadro complessivo mettendo in evidenza tutti gli aspetti più rilevanti.
Chi può essere finanziato
I partiti politici iscritti nel Registro Nazionale dei Partiti Politici, depositato alla Commissione di garanzia degli statuti per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici, possono essere ammessi al finanziamento privato se hanno almeno un eletto sotto il proprio simbolo alle elezioni per il Senato, la Camera, il Parlamento europeo. Possono beneficiare dei finanziamenti privati anche le forze politiche che abbiano un gruppo parlamentare autonomo. Bastano cioè almeno 20 deputati alla Camera e 10 senatori al Senato (ma anche meno con le deroghe previste dai rispettivi regolamenti) per avere contributi anche se il nuovo gruppo non fa riferimento a un partito che si è presentato alle ultime elezioni. Possono essere inoltre finanziati singoli candidati, che possono raccogliere fondi per il finanziamento della propria campagna elettorale esclusivamente per il tramite di un mandatario elettorale.
Trasparenza sulle donazioni
Nel caso di finanziamento ai partiti, per le erogazioni e i contributi per un importo che nell’anno superino i 5.000 euro vi è l’obbligo di effettuare una dichiarazione congiunta con il soggetto donatore al Presidenti delle Camere. I rappresentanti legali dei partiti beneficiari delle erogazioni sono inoltre tenuti a trasmettere, ogni anno, agli uffici di competenza delle Camere, l’elenco dei soggetti che hanno erogato finanziamenti o contributi di importo superiore a 5.000 euro. L’elenco dei finanziatori/contributori è disponibile sul sito di Camera e Senato nonché, per ciò che concerne il singolo partito, sul sito internet del partito politico stesso. Per quanto riguarda i singoli candidati, vige lo stesso obbligo di dichiarazione congiunta con il finanziatore per somme maggiori di 5.000 euro annui. Tutti i contributi ricevuti devono essere dichiarati al Collegio regionale di garanzia elettorale e, in caso di elezione, anche all’Ufficio di presidenza della Camera di appartenenza.
Come finanziare
Di seguito le principali tipologie di finanziamento:
- Due per mille. A decorrere dall’anno finanziario 2014, con riferimento alle dichiarazioni dei redditi relative al 2013, ciascun contribuente può destinare il due per mille della propria imposta sul reddito delle persone fisiche a favore di un partito politico iscritto nella prima sezione del Registro Nazionale dei Partiti Politici. Ai partiti viene attribuito il due per mille della imposta sul reddito solo in caso di opzione esplicita, altrimenti il contributo rimane allo Stato. Fino ad oggi lo strumento del due per mille ha fatto fatica ad essere accettato dai contribuenti. In gran parte dei casi non viene indicato alcun partito destinatario. Solo il 2,7% dei contribuenti sceglie un partito e la quota inoptata di due per mille viene attribuita proporzionalmente fino al tetto di copertura. È interessante notare come, secondo gli ultimi dati disponibili, soltanto Partito Democratico e Lega Nord si siano attivati con successo nel sollecitare i loro sostenitori ad utilizzare questa opzione.
- Erogazioni liberali in denaro. Trasferimento di denaro da parte di persone giuridiche o fisiche in favore di un partito politico. Tali erogazioni sono consentite a condizione che il versamento delle somme sia eseguito tramite banca o ufficio postale o mezzi che garantiscano la tracciabilità dell’operazione e l’esatta identificazione soggettiva e reddituale del suo autore. I finanziamenti da parte di società sono ammessi solo se deliberati dall’organo sociale competente e regolarmente iscritti in bilancio.
- Raccolte telefoniche di fondi. La raccolta fondi per campagne che promuovano la partecipazione alla vita politica può avvenire attraverso SMS o altre applicazioni da telefoni mobili anche dalle utenze di telefonia fissa (attraverso chiamata in fonia). Tale raccolta di fondi costituisce erogazione liberale e gli addebiti, in qualunque forma effettuati dai soggetti che forniscono servizi di telefonia, degli importi destinati dai loro clienti alle campagne di cui al primo periodo sono esclusi dal campo di applicazione dell’imposta sul valore aggiunto.
Quanto si può finanziare
Tanto le persone fisiche quanto i soggetti diversi dalle persone fisiche possono effettuare erogazioni liberali in denaro o comunque corrispondere contributi in beni (cioè cose mobili ed immobili) o servizi, sotto qualsiasi forma e in qualsiasi modo erogati, per un valore complessivo che non superi il limite di 100.000 euro annui. Il limite non sussiste, nel caso di persone fisiche, per i lasciti mortis causa. Lo stesso limite di 100.000 euro è stato esteso dalla legge anche in caso di finanziamento a singoli candidati.
I benefici economici del finanziamento
Le detrazioni. Un privato (persona fisica) o una società (persona giuridica) che vuole sostenere economicamente un partito politico può godere di una detrazione dall’imposta lorda pari al 26% per erogazioni liberali in denaro comprese tra 30 euro e 30.000 euro annui. Per quanto riguarda l’imposta sul reddito delle società, si potrà detrarre un importo pari al 26% dell’onere per le erogazioni liberali in denaro per importi compresi tra 30 e 30.000 euro. Tuttavia, le società e gli enti a controllo pubblico non godono di tale beneficio fiscale. Spese detraibili al 75% per scuole e corsi di formazione politica. Le spese per l’iscrizione a scuole o corsi di formazione politica saranno detraibili al 75% fino a un massimo di 750 euro l’anno. I partiti potranno raccogliere fondi anche con gli sms o con altre applicazioni da telefoni.
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