Il 4 marzo gli elettori che si recheranno alle urne si troveranno davanti una scheda elettorale composta da vari candidati uninominali, ciascuno di essi appoggiato da una o più liste bloccate formate da quattro nominativi. La legge elettorale vieta la possibilità di esprimere un voto di preferenza e un voto disgiunto (cioè votare per un candidato uninominale e una lista plurinominale non collegata).
Nonostante la grande enfasi posta sulla battaglia nei collegi uninominali, i due terzi dei seggi (386 alla Camera e 193 al Senato) verranno assegnati in collegi plurinominali dove i partiti, una volta superata la soglia di sbarramento (fissata al 3%), porteranno in Parlamento un numero di eletti proporzionale ai voti ottenuti a livello nazionale.
Il Rosatellum, comunque, contribuisce a creare una diversa competizione nei collegi plurinominali rispetto a quella negli uninominali. Andando nello specifico, i partiti maggiori hanno sfruttato la possibilità delle cinque pluricandidature (soprattutto per i capilista) per presentare i propri esponenti più in vista in più collegi così da assicurarne l’elezione senza passare esclusivamente dalle “forche caudine” dell’uninominale.
Nel centro destra, per la prima volta, Berlusconi non sarà candidato con Forza Italia per i noti problemi giudiziari; una rivoluzione, se pensiamo che, nelle scorse elezioni, il Cavaliere è stato capolista in tutte le circoscrizioni. Invece, nella Lega, Salvini guiderà le liste in cinque circoscrizioni in tutta Italia con l’obiettivo di far diventare il Carroccio primo partito della coalizione ipotecando un possibile incarico da Premier da parte del Capo dello Stato.
Il centro sinistra (in particolare il Pd) ha deciso di far correre i propri ministri (come Boschi e Madia) e i propri uomini e donne di punta (Bonino, Lorenzin, Della Vedova) sia nei collegi uninominali sia nel maggior numero di plurinominali.
Il M5S ha seguito una duplice strategia: i candidati uninominali sono stati scelti direttamente da Luigi Di Maio e Davide Casaleggio, mentre la predisposizione dei listini bloccati è stata lasciata agli iscritti con le parlamentarie anche se con molte polemiche da parte della base. Da ciò è risultato che alcuni candidati come Di Maio, Fico, Toninelli e Taverna saranno presenti in più circoscrizioni.
Tenendo presente che la particolare struttura della legge elettorale rende difficile prevedere a priori in quali circoscrizioni i partiti, soprattutto i più piccoli, eleggeranno i propri rappresentanti, nelle seguenti tabelle, sono elencati i candidati nei collegi plurinominali.
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Excel I candidati nei collegi plurinominali - 5 febbraio 2018
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I candidati nei collegi plurinominali - 5 febbraio 2018